L'ingresso nell'atmosfera marziana e la frenata sono avvenuti come previsto, spiega l'ultimo report.
Il paracadute si è distribuito normalmente ad un'altitudine di 12 chilometri e ad una velocità di 1.730 chilometri al secondo; lo scudo termico, dopo aver lavorato, è stato giustamente rilasciato ad un'altitudine di 7,8 chilometri. Anche l'altimetro del modulo di discesa ha funzionato in modo corretto. A creare il problema, invece, sarebbe stata la Inertial Measurement Unit (IMU) che, utilizzata per calcolare la velocità di rotazione del lander, avrebbe rapidamente raggiunto una condizione di saturazione, durata appena un secondo, subito dopo l'apertura del paracadute.
Quando le informazioni errate rilevate dall'IMU sono state immesse nel sistema di navigazione, l'altitudine stimata è diventata negativa, come se Schiaparelli si fosse trovato sotto il suolo marziano. Ciò avrebbe innescato un rilascio prematuro del paracadute, una breve accensione dei motori e l'attivazione dei sistemi "on-ground", come se il lander fosse già atterrato. In realtà si trovava ancora a 3,7 chilometri dalla superficie.

"Questa è solo una conclusione preliminare delle nostre indagini tecniche", ha commentato David Parker, direttore ESA della divisione Human Exploration and Robotics.
"Il quadro completo sarà fornito nei primi mesi del 2017 con il rapporto di una commissione d'inchiesta indipendente esterna, come richiesto dal Direttore Generale dell'ESA".
"Ma noi abbiamo imparato molto da Schiaparelli e ciò contribuirà direttamente alla seconda parte della missione ExoMars in fase di sviluppo con i nostri partner internazionali per il 2020".

Nel frattempo, i dati di bordo rilevati da Schiaparelli durante l'ingresso in atmosfera sono stati passati ai team scientifici, mentre il Trace Gas Orbiter (TGO) sta iniziando la sua prima serie di osservazioni scientifiche.