Secondo il report, lo scudo termico, il guscio ed il paracadute si sono separati come previsto (sempre MRO aveva ripreso una panoramica generale dell'area qualche giorno fa) ed a causare il fatidico schianto a più di 83 metri al secondo (più di 300 chilometri all'ora) è stato un problema software.
La composizione in apertura mostra le tre zone interessate dai resti: il modulo di ingresso, discesa ed atterraggio (EDM) in alto, il paracadute ed il guscio in basso a sinistra, lo scudo termico in basso a destra, fuori dell'area fotografata a colori.
Il luogo in cui il lander ha colpito il terreno mostra i segni caratteristici di un impatto ad elevata velocità, il cui il materiale espulso è ben visibile sotto forma di "macchie" scure.
Dalla ripresa precedente non era chiaro se i punti luminosi attorno a Shiaparelli erano frammenti del modulo stesso o rumore dell'immagine.
Ora, da un confronto tra questa foto e quella del 25 ottobre, è chiaro che almeno quattro caratteristiche non sono artefatti e potrebbero quindi essere parti del lander. Anche il paracadute ha una forma diversa tra uno scatto e l'altro, smosso dai venti marziani proprio come accadde per quello di Curiosity.