BepiColombo è stata lanciata nel 2018, con l'obiettivo di raggiungere il pianeta più interno del Sistema Solare, Mercurio. Si tratta di un veicolo spaziale in tre parti composto da due sonde scientifiche e il Mercury Transfer Module (MTM). La prima, progettata dall'ESA e chiamata Mercury Planetary Orbiter (MPO), studierà la superficie e la composizione interna del pianeta; la seconda, progettata dallla JAXA e chiamata Mercury Magnetospheric Orbiter (MMO), si concentrerà sulla magnetosfera del pianeta.

Il MTM fornisce, invece, la propulsione a ioni e altri servizi non necessari per la missione vera e propria e verrà sganciato poco prima dell'inserimento in orbita.

Per generare la spinta durante la crociera, vengono usati i pannelli solari e il sistema di propulsione elettrica del Mercury Transfer Module. Tuttavia, il 26 aprile scorso, quando era previsto che BepiColombo iniziasse una manovra di correzione della traiettoria, il MTM non è riuscito a fornire energia elettrica sufficiente ai propulsori della navicella.

Gli ingegneri hanno prontamente identificato il problema e, dal 7 maggio, sono riusciti a ripristinare la spinta al 90% delle capacità iniziali. Ma potrebbe non essere sufficiente per completare la missione.

"Le attuali priorità del team sono mantenere stabile la propulsione del veicolo spaziale all’attuale livello di potenza e stimare come ciò influenzerà le prossime manovre. Il lavoro continua parallelamente per identificare la causa principale del problema e per massimizzare la potenza disponibile per i propulsori", spiega l'ESA nel comunicato.

Se l'attuale livello di potenza sarà mantenuto, BepiColombo potrebbe ugualmente arrivare puntuale per quarto gravity assist attorno a Mercurio nel settembre di quest’anno. L'inserimento finale in orbita è previsto per dicembre 2025 e l'inizio delle operazioni scientifiche di routine per la primavera del 2026.