Partito il 18 dicembre da Kourou, l'osservatorio europeo per esopianeti di seconda generazione CHEOPS (CHaracterising ExOPlanet Satellite) sta per entrare nel vivo della sua missione.  Nei primi 4 giorni è stata portata a termine con successo la fase di "Launch and Early Orbit Phase" (LEOP) e, l'8 gennaio, è iniziata la fase di "commissariamento" che precede l'entrata in servizio vera e propria. 

 Nella fase iniziale LEOP, CHEOPS è stato puntato in sequenza verso diverse direzioni nel cielo, dimostrando le ottime prestazioni in orbita del sistema di controllo dell'assetto e la buona risposta termica del veicolo spaziale. Il telescopio a bordo punterà sempre verso il lato notturno della Terra, al fine di limitare l'impatto della luce diffusa dalla Terra sulle delicate osservazioni fotometriche. In qualsiasi istante, il telescopio può essere puntato fino a 60 gradi dalla direzione opposta a quella del Sole (anti-sole) per osservare il transito di un particolare esopianeta. Nel grafico in apertura, la linea blu rappresenta questa massima deviazione, la linea gialla indica il piano dell'eclittica e la linea verde il piano orbitale di CHEOPS. Le linee magenta collegano le tre direzioni di puntamento che sono state testate durante le attività LEOP: la prima verso Epsilon Eridani, una stella vicina e luminosa che potenzialmente ospita un sistema planetario, la seconda è lungo il piano dell'eclittica e il terzo puntamento è alla elongazione massima verso l'esterno e all'interno del piano orbitale di CHEOPS.

 Adesso CHEOPS sta effettuando una serie di test per verificare il corretto funzionamento di tutti i sistemi di bordo, primo fra tutti il telescopio da 32 cm che dovrà effettuare le indagini fotometriche sui transiti. Infatti, il sensore "charge-coupled device" (CCD) è stato da poco acceso e sembra funzionare correttamente, avendo superato con successo i primi test diagnostici; le unità di controllo appaiono rispondere come previsto e le condizioni termiche operative verranno presto raggiunte. A questo proposito, ESA ha diffuso questa schermata sul monitoraggio della temperatura dei vari convertitori analogico-digitali (ADC) che sono posti "a valle" del dispositivo a scorrimento di carica e sono deputati a convertire ii fotoelettroni raccolti in ciascun pixel in un segnale numerico

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La situazione dei convertitori ADC a inizio commissariamento - Crediti: Università di Berna / ESA - Processing: Marco Di Lorenzo

 Il giorno dopo è stato registrato il primo "dark frame", ovvero la prima ripresa effettuata dal sensore con la copertura del telescopio ancora chiusa; si nota un numero contenuto di "hot pixel" vicini al valore massimo di saturazione (circa 800 su oltre 1 milione). Queste riprese servono a verificare le prestazioni del sensore e non delle ottiche, il cui stato si rivelerà solo con la "prima luce" a fine mese, quando verrà rimossa la copertura. Non è chiaro quante settimane dovranno passare, dopo di allora, per avere il satellite pienamente operativo ma sappiamo che, a partire da quel momento, il satellite osserverà migliaia di transiti nel corso 3,5 anni di vita operativa e invierà a Terra la bellezza di 1,2 GB al giorno; eventualmente, la missione potrebbe essere prolungata fino al 2025.

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 Il primo "dark frame", ripreso dal CCD il 9 gennaio - Crediti: Università di Berna / ESA

Riferimenti:

https://sci.esa.int/web/cheops/-/switching-on-the-cheops-instrument