Un articolo del 2003 teorizzava che le CME potrebbero interagire con la polvere interplanetaria in orbita attorno alla nostra stella e persino trasportarla verso l’esterno.
Le espulsioni di massa coronale sono immense esplosioni dall’atmosfera esterna del Sole, o corona, che contribuiscono a determinare il clima spaziale. Possono rappresentare un pericolo per i satelliti in orbita attorno alle Terra e, più in generale, per le missioni spaziali, possono interrompere le comunicazioni e le tecnologie di navigazione e persino mettere fuori uso le reti elettriche sul nostro pianeta.

I dati raccolti durante il passaggio stanno aiutando gli scienziati a comprendere meglio le interazioni delle CME con la polvere interplanetaria. Questo, a sua volta, potrebbe contribuire a migliorare le previsioni della velocità con cui le CME viaggiano dal Sole alla Terra.
I risultati sono stati recentemente pubblicati su The Astrophysical Journal. Parker ha osservato questo fenomeno per la prima volta.

"Queste interazioni tra CME e polvere sono state teorizzate due decenni fa, ma non erano state osservate fino a quando Parker Solar Probe non ha osservato un CME agire come un aspirapolvere, rimuovendo la polvere dal suo percorso", ha affermato nel comunicato Guillermo Stenborg, astrofisico della Johns Hopkins University. Applied Physics Laboratory (APL) a Laurel, Maryland e autore principale dell'articolo. L'APL ha costruito e gestisce il veicolo spaziale.

cme polvere interplanetaria WISPR

Le immagini registrate dalla telecamera Wide Field Imagery for Solar Probe (WISPR) di Parker Solar Probe mentre la navicella spaziale attraversa una massiccia espulsione di massa coronale il 5 settembre 2022.
Crediti: NASA/Johns Hopkins APL/Naval Research Lab

 

CME aspirapolvere

La polvere interplanetaria è composta da minuscole particelle provenienti da asteroidi, comete e persino pianeti ed è presente in tutto il Sistema Solare. Dalla Terra, ne percepiamo la presenza attraverso la cosiddetta luce zodiacale, un debole bagliore che appare lungo l'eclittica a volte osservabile prima dell’alba o dopo il tramonto.

La CME registrata da Parker ha spostato la polvere fino a circa 9,6 milioni di chilometri dal Sole, circa un sesto della distanza tra il Sole e Mercurio ma, è stata reintegrata quasi immediatamente dalla polvere interplanetaria che fluttuava attraverso il Sistema Solare.

Gli scienziati hanno osservato l’interazione tra la CME e la polvere come una diminuzione della luminosità nelle immagini della fotocamera WISPR (Wide-field Imager for Solar Probe) di Parker.

Per individuare tali variazioni, il team ha dovuto calcolare la luminosità media dello sfondo delle immagini WISPR su diverse orbite simili, eliminando le normali variazioni di luminosità che si verificano a causa dei filamenti solari e di altri cambiamenti nella corona solare.

"Parker ha orbitato attorno al Sole quattro volte alla stessa distanza, permettendoci di confrontare molto bene i dati da un passaggio all'altro", ha detto Stenborg. “Rimuovendo le variazioni di luminosità dovute agli spostamenti coronali e ad altri fenomeni, siamo stati in grado di isolare le variazioni causate dall’esaurimento della polvere”.

Parker ha completato il suo sesto sorvolo di Venere, sfruttando la gravità del pianeta per avvicinarsi ancora di più al Sole. Questi fly-by hanno luogo mentre il Sole si avvicina al massimo solare, del suo ciclo di 11 anni. Con l’aumento dell’attività solare, gli scienziati sperano di poter assistere altre volte a eventi simili.