Dell'asteroide 2023 DZ2 avevamo già parlato domenica scorsa, quando era ancora sul primo gradino della scala di Torino, quella usata per esprimere la pericolosità di un oggetto. Nei giorni immediatamente precedenti, infatti, esso aveva attratto l'attenzione su di sé grazie alla possibilità che, il 27 marzo 2026, sarebbe potuto cadere sulla Terra sviluppando una energia dell'ordine di 5 Mton, dieci volte superiore all'evento di Čeljabinsk e confrontabile con quello di Tunguska. La probabilità di impatto aveva raggiunto lo 0,23% sul sito NASA/JPL/cneos ma, nel pomeriggio del 19 marzo, l'aggiunta di nuove osservazioni ha abbassato drasticamente la probabilità di impatto causando dapprima il ritorno al al livello zero sulla scala di Torino e, un paio di giorni dopo, la sua definitiva uscita dal novero dei potenziali impattatori. Adesso la previsione è che nel 2026 l'oggetto passerà ad almeno 800000 km da noi, 2-3 volte la distanza lunare.

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magnitudine apparente di 2023 DZ2 nei due mesi intorno al massimo avvicinamento. - Credits: VanBuitenen - Processing: Marco Di Lorenzo
 

 Il nome 2023 DZ2 tradisce il momento della scoperta, avvenuta lo scorso 27 febbraio dall'osservatorio Isaac Newton di La Palma, nelle Canarie. La sua luminosità (magnitudine assoluta H=24,15) suggerisce un diametro di quasi 60 metri, comunque compreso tra 40 e 90 metri. Recenti osservazioni fotometriche hanno evidenziato anche una lieve modulazione, presumibilmente dovuta ad una forma irregolare e ad un periodo di rotazione di 12,6 minuti. Le stime iniziali sulla traiettoria erano molto approssimative ma, alcuni giorni dopo la scoperta, le ricerche d'archivio hanno rivelato la sua presenza in immagini risalenti fino a 2 mesi prima e questo ha permesso di definirne molto meglio l'orbita, che è risultata compresa tra le orbite della Terra e la fascia principale degli asteroidi.

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Orbita e posizione attuale di 2023 DZ2 - Credits: VanBuitenen - Processing: Marco Di Lorenzo

 Sarebbe una tipica orbita di un asteroide di tipo Apollo, se non fosse per due curiose particolarità: la prima è la distanza minima dal Sole, che è solo di poco inferiore a quella della Terra (1 unità astronomica); l'altra coincidenza riguarda l'inclinazione dell'orbita rispetto all'eclittica, decisamente ridotta. Entrambe queste caratteristiche suggeriscono al sottoscritto una possibile natura artificiale, magari come booster di una sonda spaziale inviata verso il Sistema Solare esterno. Tuttavia, non ci sono riscontri in tal senso sulla rete. Inoltre, entrambe queste peculiarità diventeranno meno clamorose dopo il "gravity assist" con il nostro pianeta, come mostrato nella seguente tabella diffusa 5 giorni fa dall'ESA.

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 Secondo le ultime stime del JPL, la minima distanza dalla Terra verrà raggiunta alle 20:51 italiane, a una distanza nominale di 174639 km dal centro del nostro pianeta (l'incertezza è ±15 km, con il 90% di confidenza); praticamente, il 45% della distanza Terra-Luna, un evento tutt'altro che frequente per un oggetto di queste dimensioni; infatti, sulla pagina degli incontri close approaches del JPL esso viene classificato sul livello di rarità pari a 3, il che vuol dire che si tratta di una eventualità che si presenta all'incirca ogni 10 anni!

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Moto apparente di 2023 DZ2 nelle ultime ore sulla volta celeste, osservato dal Nord Europa  - Credits: VanBuitenen - Processing: Marco Di Lorenzo

  Raggiungendo la magnitudine 10 poco dopo il massimo avvicinamento, l'oggetto sarà visibile praticamente da tutto il globo anche con strumenti amatoriali, ma il suo inseguimento sulla volta celeste non sarà affatto semplice perchè la sua velocità apparente in cielo raggiungerà i 547 secondi d'arco al minuto (praticamente, il diametro apparente della Luna in 3,5 minuti). La rete mondiale "International Asteroid Warning Newtwork" (IAWN). ha pianificato una apposita campagna osservativa. Qualche ora dopo il massimo avvicinamento, le osservazioni saranno rese più difficoltose dal ridotto angolo di elongazione dal Sole e anche dalla diminuita luminosità.

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Percorso della perpendicolare dell'asteroide sulla superficie terrestre nelle48 ore intorno al massimo avvicinamento (indicato dal rombo giallo) - Credits: ESA/NEOCC - Processing: Marco Di Lorenzo

  L'asteroide sarà un ottimo obiettivo anche per l'osservazione radar e questo permetterà di rifinirne con grande precisione l'orbita, approfondendo la conoscenza di alcune caratteristiche fisiche come la rotazione, la riflettività/rugosità superficiale, la forma e le dimensioni approssimative. Oggi e il 27 marzo gli impulsi radar verranno inviati dalla grande antenna di Goldstone e, utilizzando la modalità bi-statica, verranno ricevuti dalla stazione Deep-Space DSS-13 (si veda la schedula on-line).

 Chi vuole seguire l'evento on-line, potrà collegarsi alla diretta di G.Masi sul Virtual Telescope, come ormai da tradizione!