La sonda terminerà la sua missione nella regione Ma’at sul piccolo lobo di Chury, nei pressi di un pozzo informalmente chiamato Deir el-Medina.
Il touchdown avverrà alle 10:40 UTC (12:40 ora italiana) più o meno 20 minuti ma gli ultimi segnali raggiungeranno la Terra alle 11:20 UTC (13:20 ora italiana) più o meno 20 minuti.
Non appena Rosetta toccherà il suolo, i suoi sistemi principali verranno disattivati compreso il trasmettitore per "soddisfare le normative finalizzate ad evitare interferenze sui canali di comunicazione nello spazio profondo" e, comunque, non appena la sonda colpirà la cometa è molto probabile che la sua antenna ad alto guadagno non punterà più verso la Terra (l'ESA aveva pubblicato qualche giorno fa una serie di esaustive FAQ).

Dal 9 agosto, la sonda ha volato lungo orbite ellittiche che l'hanno avvicinata progressivamente a 67P.
Questo iter è proseguito fino al 24 settembre, momento in cui sono iniziate una serie di manovre necessarie per allineare Rosetta con il sito finale. Questa sera alle 20:50 UTC (22:50 ora italiana) la sua altitudine verrà abbassata progressivamente da 20 chilometri fino all'impatto di domani mattina che avverrà a circa 90 centimetri al secondo.

Il viaggio di Rosetta è durata 12 anni 6 mesi e 28 giorni, dal lancio il 2 marzo 2004 alla fine prevista per domani 30 settembre 2016. Durante questo periodo, il veicolo spaziale ha viaggiato 7,9 miliardi di chilometri, effettuando tre voli a gravità assistere attorno alla Terra, uno attorno a Marte e il fly-by di due asteroidi. La tavola in apertura mostra un riepilogo numerico dei successi ottenuti dalla missione.

Ma la sonda collezionerà dati scientifici fino alla fine, non a caso il sito di impatto è stato scelto proprio perché è una regione attiva di grande interesse.
Le fotocamere narrow e wide di OSIRIS prenderanno immagini durante tutta la discesa, focalizzandosi sulle pareti dei pozzi della regione Ma’at. Scatteranno foto molto ravvicinate ma altamente compresse, fino a 20 volte rispetto alle foto "normali" riprese nel corso della missione, e ridimensionate dal full-frame, 2048 x 2048 pixel, a 1000 x 1000 pixel fino a 480 x 480 pixel per massimizzare il recupero dei dati prima dell'impatto. Le fotocamere non sono neppure progettate per riprendere immagini così vicino: la NAC andrà fuori fuoco a circa 1 chilometro dal nucleo, la WAC a 200-300 metri.
La Navigation Camera catturerà, invece, solo 5 immagini non appena verrà impostata la discesa. Queste verranno ricevute dal team nelle prime ore del 30 settembre e saranno utilizzate per prevedere con precisione (all'interno di una finestra di 4 minuti) il momento dell'impatto.
ROSINA raccoglierà dati unici sulla densità del gas intorno alla cometa e sulla sua composizione.
MIRO integrerà le misurazioni di OSIRIS e ROSINA misurando la temperatura della superficie.
GIADA misurerà la densità della polvere ed il modo in cui i grani vengono accelerati.
La suite RPC monitorerà l'ambiente del plasma e le particelle più piccole.
Alice otterrà spettri in ultravioletto alla massima risoluzione e fornirà misure complementari ad alcuni dati RPC.
RSI otterrà le misure più accurate del campo di gravità della cometa.
Tutti gli strumenti restituiranno i dati raccolti quando la sonda si troverà tra i 20 ed i 5 metri di distanza dalla superficie. La stazione di Terra del Deep Space Network di Madrid della NASA, che fornirà supporto alle comunicazioni durante la discesa, riceverà con un bit rate di 45.760 bps (bit per secondo), per un totale di 1.558 Mbit (Megabit) di dati registrati tra il 29 settembre e la fine della missione.
Gli unici strumenti che non lavoreranno fino all'ultimo, a causa della poca energia disponibile, saranno MIDAS, VIRTIS e COSIMA.

A partire da questo pomeriggio, sono previsti una serie di appuntamenti: