Nel viaggio di andata la sonda era stata messa in ibernazione per 31 mesi mentre questa volta sta continuando a seguire attivamente la cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko. Ma invece di rischiare un letargo dal quale forse non si sarebbe più risvegliata, già nel 2014, il team decise che la navicella avrebbe raggiunto con una discesa controllata il piccolo lander Philae sulla superficie della cometa il 30 settembre 2016, decretando la fine della missione.

Le ultime ore di vita consentiranno a Rosetta di prendere molti dati scientifici ed anche molte immagini ad alta risoluzione.
"30 settembre segnerà la fine delle operazioni spaziali ma l'inizio della fase in cui l'attenzione delle squadre sarà pienamente focalizzata sulla scienza. Abbiamo anni di lavoro davanti a noi per analizzare a fondo i dati", ha detto nel report Matt Taylor, project scientist della missione all'ESA.

Il team inizierà a modificare la traiettoria della sonda ad agosto in vista del gran finale, in modo da avvicinarsi al nucleo con una serie di orbite ellittiche.
"La pianificazione di questa fase è in realtà molto più complessa di quanto non fosse l'atterraggio di Philae", ha dichiarato Sylvain Lodiot, a capo delle operazioni. "Le ultime sei settimane saranno molto impegnative volando in orbite eccentriche intorno alla cometa che saranno ancora più rischiose della discesa finale stessa".
"Più ci avvicineremo alla cometa e più sentiremo la sua influenza gravitazionale non uniforme. Questo richiederà maggior controllo sulla traiettoria e quindi più manovre. I nostri cicli di pianificazione dovranno essere eseguiti in tempi molto più brevi".

Circa 12 ore prima dell'impatto, la sonda sarà a 20 chilometri dal nucleo ma la regione su cui questo dovrà avvenire è ancora in discussione.
In generale, tuttavia, si prevede che il touchdown avverrà a 50 centimetri al secondo, circa la metà della velocità nell'atterraggio di Philae a novembre del 2014.

In ogni caso, l'antenna ad alto guadagno probabilmente non sarà rivolta verso la Terra al momento dell'impatto, rendendo praticamente impossibili eventuali comunicazioni anche in caso di sopravvivenza della sonda.

Nel frattempo, le attività scientifiche proseguiranno con tutti i rischi che comportano, come il safe-mode subito a soli 5 chilometri dalla cometa un mese fa. "Come sempre, dobbiamo essere preparati per il inaspettato", ha concluso Patrick Martin, responsabile della missione.