Sono trascorsi ormai 5 mesi e mezzo da quando, il il 20 ottobre 2020, OSIRIS-REx effettuò la delicata manovra di "Touch-and-Go Sample Collection" che gli ha permesso di raccogliere un ricco campionario di suolo dalla superficie di Bennu. Da allora, la sonda si è prima allontanata lentamente fino a circa 2200 km dall'asteroide, poi a metà gennaio ha riacceso i motori di manovra, invertendo la rotta; nell'arco di 80 giorni sono state effettuate 5 manovre correttive pianificate, studiate in maniera da rallentare progressivamente la sonda, lasciandola ogni volta su una traiettoria sicura che non l'avrebbe comunque portata a collidere con Bennu, anche in caso di malfunzionamento dei propulsori. La quinta manovra odierna metterà la sonda sulla giusta traiettoria per passare a 3,7 km dalla sua superficie dell'asteroide, la distanza più ravvicinata dall'evento di touchdown.
Il team che segue la missione ha deciso di aggiungere questo sorvolo finale dal momento che la superficie di Bennu è stata significativamente disturbata dall'evento di raccolta del campione. Durante l'atterraggio, la testa di campionamento è affondata di quasi 50 centimetri nella superficie dell'asteroide, mentre veniva soffiata al suo interno una carica pressurizzata di gas azoto per sollevare il terreno e inviarlo nel collettore. Anche i propulsori della navicella hanno mobilitato una notevole quantità di materiale di superficie, durante l'accensione di risalita. Poiché la gravità su Bennu è estremamente debole, queste varie forze impresse dalla sonda hanno avuto un effetto drammatico sulla superficie, scagliando a grande altezza molte delle rocce e molta polvere. Pertanto, questo sorvolo finale fornirà al team della missione l'opportunità di apprendere come il contatto del veicolo spaziale con la superficie di Bennu abbia alterato il sito di raccolta del campione e la regione che lo circonda.
Il singolo sorvolo imiterà una delle sequenze di osservazione condotte durante la fase di rilevamento dettagliato della missione nel 2019. OSIRIS-REx fotograferà Bennu per quasi 6 ore, che è poco più di un periodo di rotazione completa dell'asteroide. In questo lasso di tempo, lle fotocamere PolyCam otterranno immagini ad alta risoluzione degli emisferi settentrionale e meridionale di Bennu e della sua regione equatoriale. Il team confronterà quindi queste nuove immagini con quelle del 2019 per rivelarne i cambiamenti. Anche la maggior parte degli altri strumenti scientifici di bordo raccoglierà dati durante il sorvolo, in particolare la fotocamera MapCam, lo spettrometro a emissione termica OTES, lo spettrometro a infrarossi e visibile OVIRS e l'altimetro laser OLA. L'impiego di questi strumenti darà al team la possibilità di valutarne anche lo stato attuale di funzionamento, poiché la polvere potrebbe averli ricoperti durante l'evento di raccolta dei campioni. Una simile verifica sullo stato di salute degli strumenti è importante, in vista di possibili estensioni della missione, dopo che il campione sarà stato consegnato sulla Terra.
Immagine OCAMS (PolyCam) ripresa il 4 Marzo, da una distanza di 300 km stando sopra il polo nord di Bennu - Credit: NASA/Goddard/University of Arizona
Attualmente, Bennu dista 297 milioni di km da noi, dal lato opposto rispetto al Sole. Dopo il sorvolo di Bennu, ci vorranno diversi giorni prima che i dati raccolti vengano trasferiti alla Terra. A quel punto, il team ispezionerà le immagini per capire come OSIRIS-REx abbia disturbato il materiale di superficie dell'asteroide e per valutare le prestazioni degli strumenti scientifici. La sonda rimarrà nelle vicinanze di Bennu fino al 10 maggio, quando la missione entrerà nella fase di crociera di ritorno e inizierà il suo viaggio di due anni e mezzo. Nella fase finale di approccio alla Terra, la sonda rilascerà la Sample Return Capsule (SRC), nella quale sono stivate le rocce e la polvere raccolte su Nightingale. L'SRC viaggerà quindi attraverso l'atmosfera terrestre e atterrerà sotto i paracadute allo "Utah Test and Training Range" il 24 settembre 2023.
Una volta recuperata, la capsula verrà trasportata alla struttura dedicata presso il Johnson Space Center a Houston, dove il campione verrà rimosso per la distribuzione ai laboratori di tutto il mondo, consentendo agli scienziati di studiare la formazione del nostro sistema solare.