Non è certo inusuale vedere la Terra sorgere per la sonda della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) che vive tale situazione 12 volte al giorno ma generalmente è sempre impegnata a fotografare la superficie della Luna.
L'immagine catturata il 1 febbraio 2014, dalla fotocamera LROC WAC (Wide Angle Camera) è quindi una foto ricordo piuttosto rara.
La missione della NASA LADEE (Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer), terminata lo scorso 18 aprile, tra le 6:30 e le 7:22 ora italiana, ha vissuto momenti intensi durante gli ultimi giorni.
Oltre ad aver ripreso un'alba orbitale a bassa quota nel tentativo di osservare i bagliori e i raggi di luce sull'orizzonte descritti dagli astronauti delle missioni Apollo, ha portato a termine un altro importante esperimento, il Lunar Laser Communication Demonstration (LLCD).
La sonda della NASA Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer (LADEE) ha terminato la sua missione il 18 aprile, tra le 6:30 e le 7:22 ora italiana ma ha lasciato una grande eredità: i suoi dati terranno occupati gli scienziati per diverso tempo.
Gli strumenti di bordo hanno continuato a rilevare fino al'impatto, nel tentativo di raccogliere informazioni sull'atmosfera lunare proprio in prossimità della superficie.
La sonda della NASA Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer (LADEE) ha terminato la sua missione ieri, 18 aprile, tra le 6:30 e le 7:22 ora italiana, entro la data prevista.
Ormai a corto di carburante per proseguire le operazioni scientifiche, era destinata all'impatto sul suolo lunare.
L'orbita era decaduta naturalmente a seguito dell'ultima fase a bassa quota della missione.
La sonda della NASA Cassini potrebbe aver documentato la formazione di un nuovo oggetto ghiacciato tra gli anelli di Saturno, che potrebbe trasformarsi in una nuova luna.
Il dettaglio è stato notato nelle immagini della Narrow Angle Camera del 15 aprile 2013, quando il target era in realtà Prometeo, la piccola luna a forma di patata di 148 chilometri di diametro, che agita e perturba l'anello F, creando dei curiosi drappeggi chiamati "streamer-channels".
La sonda della NASA Lunar Atmosphere and Dust Environment Explorer (LADEE), che aveva già beneficiato di una proroga di 28 giorni sulla durata della missione, ora si sta abbassando lentamente ed inesorabilmente sulla superficie lunare: l'impatto è previsto per la fine di questo mese.
Sembra curioso ma, mentre siamo piuttosto sicuri sull'età del nostro Sistema Solare, ossia 4 miliardi e 568 milioni di anni con una accuratezza di 2,080 milioni di anni, ancora dibattiamo sull'età esatta della Terra e soprattutto della Luna.
Ora, un team di ricercatori francesi, tedeschi ed americani hanno cercato di migliorare le stime precedenti con un metodo diverso, simulando le fasi di evoluzione dei pianeti rocciosi (Mercurio, Venere, Terra e Marte) da un disco protoplanetario in orbita intorno al Sole.
Il team del Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) ha assemblato 10.581 immagini ottenute con le due fotocamere NAC (Navigation Angle Camera), della suite Lunar Reconnaissance Orbiter Camera (LROC), raccolte in 4 anni di missione, in uno spettacolare mosaico del Polo Nord della Luna.
Il LROC Northern Polar Mosaic (LNPM) è probabilmente uno dei più grandi realizzati finora al mondo: copre un'area di 2.540.000 chilometri quadrati con una risoluzione di 2 metri per pixel.
Quando è calata la terza notte lunare sul lander della missione cinese Chang'E 3 e Yutu, ci eravamo chiesti quale fosse la posizione finale del rover, l'ultima raggiunta prima dell'anomalia manifestatasi in occasione della seconda ibernazione (25 gennaio 2014).
A chiarire la situzione ci pensa nuovamente LROC, la Lunar Reconnaissance Orbiter Camera a bordo della sonda della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO) che ha ripreso lander e rover già tre volte: il 25 dicembre 2013, pochi giorno dopo l'allunaggio; il 21 gennaio 2014 e il 17 febbraio 2014.
C'è sempre un po' di mistero e poca informazione intorno alla missione cinese sulla Luna Chang'E 3, sembra comunque che non ci siano stati altri colpi di scena dallo scorso 12 febbraio, quando Yutu ha comunicato di nuovo con la Terra, nonostante l'anomalia manifestata poco prima della seconda ibernazione (sabato 25 gennaio).