La missione New Horizons della NASA, lanciata nel 2006, ha scattato foto dettagliate della superficie di Plutone, l'oggetto più grande nella fascia di Kuiper, durante il memorabile sorvolo ravvicinato del 14 luglio 2015. Con il fly-by attorno al pianeta nano e le sue lune, la sonda raccolse una montagna di dati ed immagini che lasciarono gli scienziati e il pubblico sulla Terra senza parole, svelando uno degli angoli più affascinanti e remoti del nostro Sistema Solare. Ora, una nuova analisi, pubblicata sulla rivista Nature Communications. ha riesaminato le riprese di una zona dal terreno particolare, già ritenuta un buon candidato per i vulcani di ghiaccio, o criovulcani. Questi ultimi trasudano una miscela di acqua ghiacciata più densa e fangosa o anche forse un flusso solido di ghiaccio.
L'osservazione suggerisce che l'interno di Plutone si è mantenuto più caldo del previsto dall'epoca della sua formazione.
Kelsi Singer, autore dello studio e scienziato planetario presso il Southwest Research Institute del Colorado, ha dichiarato che è difficile individuare esattamente quando si sono formati i vulcani di ghiaccio "ma crediamo che potrebbero essere giovani come poche centinaia di milioni di anni o anche più giovani". A differenza di gran parte di Plutone, la regione non ha crateri da impatto, il che significa "non si può escludere che sia ancora in fase di formazione anche oggi", ha aggiunto.
Colline e niente crateri
I ricercatori hanno analizzato le fotografie di una regione dominata da due grandi cumuli, chiamati Wright Mons e Piccard Mons, che gli scienziati ritengono possano essere criovulcani.
Wright Mons è una delle grandi montagne che caratterizzano il pianeta nano, larga 150 chilometri ed alta circa 4 chilometri.
Il suo nome è stato informalmente dedicato ai noti fratelli Wright. Se fosse veramente un vulcano di ghiaccio, sarebbe senza dubbio il più grande del Sistema Solare e il più grande vulcano del Sistema Solare esterno (nel Sistema Solare interno il record resterebbe a Olympus Mons, su Marte, con i suoi 22 chilometri di altezza). Piccard Mons è alto circa 7 chilometri e largo 250 chilometri.
Il sospetto che queste due formazioni fossero criovulcani deriva non solo dall'aspetto caratteristico dell'area circostante, una zona priva di crateri e dalla struttura bitorzoluta e "gommosa", costituita da cumuli ondulati e arrotondati, ma anche dal fatto che entrambi hanno delle depressioni estremamente profonde proprio sulla sommità. Quella su Wright Mons è profonda tanto quanto è alto il monte.
La bassa craterizzazione indica anche che la superficie si è formata in un'epoca geologica relativamente recente.
L'area probabilmente non ha più di uno o due miliardi di anni, con alcune aree che hanno meno di 200 milioni di anni, ha detto Singer.
Calore residuo
I criovulcani sono simili ai vulcani sulla Terra. Poiché gran parte della superficie del pianeta nano è fatta di ghiaccio e le temperature sono molto al di sotto del punto di congelamento dell'acqua, l'acqua liquida, o qualcosa di simile che è almeno parzialmente fluido o mobile, forma l'analogo del magma sulla Terra. Quest'ultimo risale in superficie dopo un'eruzione e si congela, o si indurisce.
"Probabilmente non viene fuori completamente liquido, probabilmente è più simile a una cosa fangosa fatta di liquido e di ghiaccio, o potrebbe anche essere più simile a un solido che scorre", ha detto Singer, "più simile a ketchup". Dal'altra parte "Sappiamo tutti che il ghiaccio può scorrere perché abbiamo ghiacciai che scorrono sulla Terra", ha detto.
Sebbene l'attività criovulcanica su Plutone non sia pienamente compresa, è probabilmente alimentata dal calore radiogeno creato dal decadimento degli elementi radioattivi all'interno del pianeta nano. Un fenomeno simile è anche una delle fonti di calore all'interno della Terra. A differenza della "tettonica a placche" terrestre, gli scienziati chiamano un'attività geologica come quella su Plutone "tettonica generale", ossia movimenti dinamici che sono comunque in grado di creare caratteristiche come faglie ma non placche tettoniche.
Come i vulcani a scudo
I criovulcani di Plutone mostrano alcune somiglianze con i vulcani a scudo sulla Terra, che hanno un profilo arrotondato, formato dal costante accumulo di flussi di lava. Ma, contrariamente a quanto sembra sia accaduto su Plutone, i vulcani a scudo di solito si formano da lava molto liquida. Alcuni vulcani sulla Terra e su altri pianeti hanno anche una depressione nel mezzo, chiamata caldera, che si forma quando un vulcano collassa nel vuoto lasciato dal materiale eruttato. Ma la depressione su Wright Mons è così profonda che il vulcano avrebbe dovuto perdere circa la metà del suo volume per essere simile nella forma al Mauna Loa, il noto vulcano a scudo delle Hawaii che è uno dei più grandi vulcani della Terra e ha, invece, una caldera relativamente piccola, anche se le due strutture sono simili nel volume, ha detto Singer. Questi dettagli indicano che c'è ancora molto da scoprire sui criovulcani di Plutone.
L'idea che l'acqua liquida possa esistere sotto la superficie del pianeta nano aumenta le possibilità di vita da praticamente inesistenti a leggermente più plausibili. Altre ricerche hanno anche suggerito che Plutone era caldo quando si è formato e quel calore potrebbe ancora mantenere un oceano liquido sotto la sua superficie ghiacciata.