Quella della parallasse astronomica è una misura geometrica di distanza, che sfrutta il cambiamento nella posizione apparente di un corpo celeste causato in realtà dallo spostamento dell'osservatore. In fin dei conti, è lo stesso principio alla base della visione stereoscopica che usiamo continuamente senza rendercene conto, quando guardiamo un soggetto con entrambi gli occhi e ne stimiamo la distanza grazie alla diversa collocazione della sua immagine rispetto allo sfondo. Al contrario della triangolazione degli occhi, che viene effettuata nello stesso momento guardando da due punti separati di circa 6 cm (la cosiddetta "linea di base" o "baseline"), nella misura classica di parallasse l'osservatore è uno solo ma solidale con la Terra; dato che questa effettua una rivoluzione completa attorno al Sole in un anno, basterà osservare per almeno 6 mesi le variazioni di posizione di una stella "vicina" rispetto alle sullo sfondo per ricavare l'angolo di parallasse, che risulterà comunque molto piccolo.
La relazione approssimativa che lega le quantità distanza D, linea di base b e l'angolo di parallasse π (espresso in radianti) è:
π ≈ b / 2D
Per definizione, l'inverso di questo angolo corrisponde alla distanza misurata in "parsec". Nonostante il fatto che, nella misura classica, la baseline sia pari al diametro dell'orbita terrestre (quasi 300 milioni di km), la stella più vicina Proxima Centauri ha una parallasse comunque molto piccola, circa 0,77 secondi d'arco; in pratica, anche se fotografato attraverso un buon telescopio amatoriale, si tratta di uno spostamento quasi impercettibile.
L'unico modo per aumentare l'angolo π è quello di aumentare la baseline e cosa c'è di meglio che utilizzare una sonda spaziale che sta uscendo dal Sistema Solare? L'idea geniale del team di New Horizons è stata quella di riprendere due delle stelle a noi più vicine (la suddetta Proxima Centauri a 4,24 anni luce di distanza e Wolf-359 a 7,8 anni luce) usando il telescopio della sonda spaziale e, contemporaneamente, telescopi amatoriali a Terra: in questa maniera, si è realizzata una baseline record di circa 6,9 miliardi di km, 46 volte più grande del normale! A questo punto diventa facile vedere la parallasse, tanto da poterla anche visionare con occhialini stereoscopici come ha fatto l'ex chitarrista dei Qeen...
Brian May (musicista e astrofisico) mostra un visore stereoscopico con le immagini di Proxima - Credits: Brian May
"E' corretto dire che New Horizons vede un cielo alieno, diverso da quello che vediamo noi", ha dichiarato Alan Stern, scienziato a capo dalla missione. "Questo ci ha permesso di fare qualcosa mai realizzata prima, vedere le stelle a noi più vicine visibilmente spostate dalla posizione in cui siamo abituati a vederle nel cielo della Terra!".
A questo punto, immaginiamo cosa si potrebbe fare se, al posto di NewHorizons, ci fosse uno strumento molto più preciso dedicato all'astrometria, simile a GAIA... otterremmo "istantaneamente" valori di distanza 46 volte più precisi e questo ci permetterebbe di misurare con una accuratezza eccezionale la posizione di tutte le stelle della Via Lattea e di poter stimare, con precisione inferiore ma sempre molto buona, persino le distanze nella galassia di Andromeda! Lo svantaggio di questo metodo istantaneo, però, è quello di non riuscire a fornire misure precise lungo direzioni vicine a quella dalla linea di baseline, ma sarebbe un sacrificio accettabile tutto sommato...
Di seguito, le animazioni basate sulle immagini riprese da NH e da Terra. Gli anaglifi e gli stereogrammi li potete ammirare nell'articolo originale.
Animazioni che mostrano la parallasse di Proxima Centauri (in alto) e di Wolf-359 (in basso) - Credits: NASA/NOAA/JHUAPL/SwRI
http://pluto.jhuapl.edu/News-Center/News-Article.php?page=20200611