L'Unione Astronomica Internazionale (IAU) è una organizzazione autorevole, fondata esattamente 100 anni fa e che riunisce oltre 13500 astronomi professionisti da oltre 100 nazioni. Tra i suoi ruoli, c'è quello di assegnare designazioni ufficiali per i corpi celesti e per le strutture principali sulla loro superficie.
Già nel 2017, a due anni dal FlyBy di New-Horizons, l'IAU aveva approvato un primo gruppo di 14 nomi per strutture superficiali su Plutone; l'anno dopo, giunsero alcune designazioni per il satellite Caronte. Due anni dopo la storia si ripete, con altri 14 nuovi nomi approvati tra quelli proposti dal team New Horizons della NASA, che già li utilizzava per descrivere le regioni, le catene montuose, le valli e i crateri scoperti durante il primo e unico sguardo ravvicinato alla superficie di Plutone. Le designazioni approvate dal gruppo di lavoro IAU per la nomenclatura del sistema planetario (WGPSN) rendono omaggio agli esploratori e alla mitologia degli inferi, in linea con il nome del pianeta nano e dei suoi satelliti.
Vediamoli, in ordine alfabetico:
- Alcyonia Lacus è un possibile lago di azoto ghiacciato che prende il nome dal "lago senza fondo" nelle vicinanze di Lerna (una regione della Grecia nota per sorgenti e paludi), considerato uno degli ingressi agli inferi nella mitologia greca.
- Elcano Montes è una catena montuosa in onore di Juan Sebastián Elcano (1476–1526), l'esploratore spagnolo che nel 1522 completò la prima circumnavigazione della Terra (un viaggio iniziato da Magellano).
- Hunahpu Valles è un sistema di canyon che prende il nome da Hun Hunahpu, uno degli eroi gemelli nella mitologia Maya, che sconfisse i signori degli inferi in una partita a baseball.
- Kiladze è un cratere che rende omaggio a Rolan Kiladze (1931–2010), l'astronomo georgiano (Caucaso) che condusse pionieristiche ricerche sulla dinamica, l'astrometria e la fotometria di Plutone.
- Khare è un altro cratere che onora lo scienziato planetario Bishun Khare (1933–2013), un esperto di chimica delle atmosfere planetarie, tra i primi a studiare in laboratorio le "tholine", le molecole organiche che probabilmente spiegano le regioni più scure e rossastre di Plutone.
- Lowell Regio è una grande regione in onore di Percival Lowell (1855–1916), l'astronomo americano che ha fondato l'Osservatorio Lowell e organizzato una ricerca sistematica di un pianeta oltre Nettuno.
- Mwindo Fossae è una rete di lunghe e strette depressioni che prendono il nome dall'eroe epico Mwindo di Nyanga (in Congo / Zaire) che viaggiò negli inferi e dopo il ritorno a casa divenne un re saggio e potente.
- Piccard Mons è una montagna e un sospetto criovulcano che omaggia Auguste Piccard (1884–1962), l'inventore e fisico svizzero del 20° secolo, noto per le sue pionieristiche esplorazioni della stratosfera e delle profondità marine.
- Pigafetta Montes onora Antonio Pigafetta (1491-1531 circa), studioso ed esploratore italiano che ha raccontato le scoperte fatte durante la prima circumnavigazione della Terra a bordo delle navi di Magellano.
- Piri Rupes è una lunga catena, dedicata ad Ahmed Muhiddin Piri (1470-1553 circa), noto anche come Piri Reis, un navigatore e cartografo ottomano che disegnò alcune delle prime mappe del Nord e Centro America.
- Simonelli è un cratere che prende il nome dell'astronomo planetario Damon Simonelli (1959–2004), uno scienziato planetario che ha lavorato per la Cornell University e la NASA e che si occupò anche della formazione di Plutone.
- Vega Terra prende il nome da Vega 1 e 2, i primi veicoli spaziali che per primi fecero volare areostati su un altro pianeta (Venere) e fotografarono il nucleo di una cometa di Halley.
- Venera Terra è una grande pianura nella regione settentrionale, dedicata alle storiche missioni Venera inviate dall'Unione Sovietica dal 1961 al 1984.
- Wright Mons, infine, in memoria dei fratelli Orville e Wilbur Wright, i due pionieri dell'aviazione.
Il percorso di New Horizons attraverso la fascia di Kuiper con vari oggetti studiati a distanza (in verde) - Credits: NASA,JPL,J.Hopkins APL, SwRI
La navicella New Horizons si trova ormai a 6,6 miliardi di chilometri dalla Terra e continua a trasmettere i dati registrati durante l'incontro di capodanno 2019 con l'oggetto Kuiper 2014 MU69 / Ultima Thule, il più distante e primordiale mai esplorato.