Questa ricerca esamina in modo specifico i dati acquisiti mentre l'asteroide era in opposizione alla navicella spaziale e al Sole, raccolti dallo uno spettrometro nel vicino infrarosso (NIRS3) e dalla telecamera di navigazione ottica (ONC). Queste informazioni possono essere utilizzate per capire quali materiali compongono un asteroide e la loro granulometria.


Polvere o non polvere...

NIRS3 e ONC hanno rivelato che Ryugu è un oggetto scuro, costruito con macerie di varie dimensioni, ma con una composizione simile, o molto simile a un meteorite di condrite carboniosa.
"Le immagini di Ryugu mostrano una superficie a grana molto grossolana, come i ciottoli di una spiaggia rocciosa. La nostra analisi spettrale mostra che, mescolata insieme, c'è anche una componente a grana più fine, tipo polvere", ha detto Deborah Domingue, del Planetary Science Institute in Arizona, che ha condotto uno studio pubblicato sul Planetary Science Journal.

Questi dati sono stati presi in condizioni molto specifiche, quando la navicella aveva il Sole alle spalle e Ryugu brillava luminoso davanti agli strumenti, cioè in opposizione. Con l'asteroide opposto alla sonda rispetto al Sole, gli effetti dell'interazione della polvere con la luce solare erano particolarmente visibili. "Il lander Mobile Asteroid Surface Scout (MASCOT) non ha riscontrato alcuna prova di polvere; tuttavia le due attività di raccolta dei campioni hanno mostrato prove di polvere e una superficie friabile. La presenza di polvere e la sua abbondanza sono oggetto di dibattito. Le nostre analisi sono a favore della polvere", ha detto Domingue.

MASCOT era uno dei tre piccoli robot che Hayabusa 2 portava con sé per esplorare Ryugu. Il lander aerospaziale tedesco ha lavorato autonomamente sulla superficie della roccia spaziale per 17 ore, trovando un materiale molto poroso, qualcosa simile ala pietra pomice.

Nel corso della sua lunga storia, l'asteroide ha subito il riscaldamento e le radiazioni del Sole e una miriade di collisioni con oggetti grandi e piccoli. Ogni interazione ha lasciato il suo segno. "La superficie di Ryugu è complessa", ha detto Domingue. "Ci sono variazioni e queste variazioni sono il risultato di interazioni non uniformi con l'ambiente spaziale, da impatti su micro e macro scala oltre all'alterazione del Sole".

Partita nel 2014, la missione Hayabusa 2 della Japan Aerospace Exploration Agency (JAXA) aveva raggiunto Ryugu na giugno 2018 con il compito di studiare e campionare la roccia spaziale. I campioni prelevati sono tornati sulla Terra, arrivando nel deserto australiano a fine 2020, mentre la sonda ha proseguito il suo viaggio verso un altro asteroide.