Il mosaico in apertura la dice lunga sui risultati strabilianti che Dawn sta collezionando, anche se la Nasa non sembra dare molto risalto ad essi in questi ultimi mesi (a causa di ciò anche il sottoscritto, ciclicamente, si dimentica di questa missione per poi scoprire improvvisamente che ci sono grosse novità). Eppure quella attuale è, per molti aspetti, la fase più esaltante della missione anche se, purtroppo, anche l'ultima; ammetto di averlo già detto in passato, sbagliandomi, ma è come se Dawn fosse una "sonda felina" con sette vite e non vuole proprio saperne di andare in pensione, nonostante gli acciacchi!

 Per i distratti e i neofiti, ricordo che attualmente la sonda americana (con contributo italiano) sta orbitando attorno a Cerere, nella fascia principale degli asteroidi, seguento un'orbita decisamente ellittica che la porta quasi a sfiorarne la superficie. Si tratta dell'orbita XMO-7 (la settima "eXtended Mission Orbit"), una ellisse di 35x4700 km di altezza, ovvero 510x5200 km dal centro del pianeta nano. L'orientamento iniziale scelto per questa orbita, unito al fatto che essa è in risonanza con la rotazione di Cerere (il periodo di rivoluzione di 27 ore è esattamente il triplo del periodo di rotazione) fa si che il periastro cada in corrispondenza del celebre cratere Occator, il quale ospita al suo interno la formazione più appariscente di macchie chiare ("bright spots") che costellano la superficie di Cerere; dalle analisi chimiche "a distanza" svolte da Dawn, tali macchie sarebbero costituite per lo più da Carbonato di Sodio, un composto che sulla Terra è facile trovare nelle "evaporiti", depositi sedimentari nel letto di bacini una volta riempiti d'acqua. La più "luminosa" di queste macchie, esattamente al centro di Occator, si chiama "Cerealia Facula" ed è mostrata qui sotto in tutto il suo splendore.

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Versione rimpicciolita di un fattore 3 e ritagliata al centro di un enorme mosaico di "Cerealia Facula", basato sulle immagini XMO-7 e, in certe zone, XMO-1 (riconoscibili per la risoluzione 10 volte più bassa) - PIA21924 - Image credit: NASA/JPL/Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA/PSI - Processing: M. Di Lorenzo

  Altre immagini sul bordo del cratere e su altre macchie chiare minori le mostreremo a breve come "immagini del giorno".

 Dall'ultimo "Mission Status" (un pò datato per la verità) si evince che, almeno fino al 9 agosto, la sonda era in buona salute e continuava a trasmettere dati. Siccome, a causa delle varie perturbazioni, l'orbita sta lentamente cambiando orientamento, presto verranno esplorate regioni più a sud di Occator e questo continuerà fino a quando sarà disponibile l'idraziona nei serbatoi, necessaria per poter riorientare la sonda e consentirle di comunicare con la Terra.

 Uno dei motivi per  far volare Dawn così vicino a Cerere è quello di carpire informazioni sul suo campo gravitazionale e quindi sulla distribuzione di massa al suo interno. Come illustrato nella grafica qui sotto, il modello globale ricavato dalle misure fatte finora (sia gravimetriche che topografiche) suggerisce una struttura "differenziata" composta di almeno tre strati.

Interior

Image credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA - Processing/improvement by M. Di Lorenzo

 Lo strato più interno (mantello) è dominato da rocce idratate, come le argille. Lo strato esterno, una crosta spessa circa 40 chilometri, è una miscela di ghiaccio, sali e minerali idratati. Tra i due c'è uno strato che potrebbe contenere un po' di liquido ricco di sali, chiamato "salamoia"; esso si estende per almeno 100 chilometri. Purtroppo, Dawn non riesce a "vedere" oltre un centinaio di chilometri di profondità e quindi non è possibile dire se, vicino al centro di Cerere, ci sia un oceano liquido oppure un nucleo di materiale denso, ricco di metallo.

Riferimenti:
https://dawn.jpl.nasa.gov/multimedia/images/image-detail.html?id=PIA21924
https://photojournal.jpl.nasa.gov/catalog/PIA22660