Il grande cratere vicino all'orizzonte ha un diametro di circa 35 chilometri e si trova a circa 23 gradi di latitudine nord, 350 gradi di longitudine est, non lontano da una serie di tholi (piccole montagne) che includono Kwanzaa Tholus; il cratere di medie dimensioni in primo piano si trova a circa 120 chilometri da esso. Questo paesaggio aspro suggerisce un terreno antico e fortemente craterizzato.

  Dopo un mese di complesse manove con il propulsore a ioni, lo scorso 15 Maggio Dawn ha raggiunto la nuova orbita XMO-6 (la sesta "eXtended Mission Orbit"); si tratta di una ellisse di 440x4700 km di altezza, ovvero 915x5200 km dal centro del pianeta nano, illustrata qui sotto. Era da Settembre 2016 che non succedeva, cioè da quando Dawn aveva abbandonato l'orbita LAMO (Low Altitude Mapping Orbit), poi ribattezzata XMO-1. Questa nuova orbita aveva un periodo di circa 37 ore ed è principalmente rivolta a raccogliere spettri infrarossi e immagini in quota dell'emisfero sud, dove ora è estate; il punto più basso dell'orbita cade invece a circa 55° di latitudine nord, da dove è stata ripresa la nuova immagine.

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 La traiettoria spiraleggiante che ha portato Dawn dall'orbita XMO4 (ellisse verde grande) a XMO5 (più interna, sempre in verde) - credit: NASA/JPL-Caltech

 Tuttavia siamo solo all'inizio! Come già  spiegato in un articolo oltre 2 mesi fa, dopo aver effettuato 10 orbite XMO6, giovedi Dawn ha riacceso i motori a ioni per l'ultima emozionante impresa che, domani, la porterà nell'orbita XMO7: un'ellisse di 35x4000 km. In pratica, all'altezza minima (periastro), la sonda giungerà quasi a sfiorare i rilievi con la velocità di un aereo supersonico (quasi 1700 km/h). In quel punto, purtroppo, non sarà possibile riprendere fotografie così dettagliate a causa dell'effetto "mosso" ma si potranno raccogliere preziose informazioni sulla composizione chimica superficiale (fino a 1 metro di profondità) tramite lo strumento "gamma ray and neutron detector" (GRaND).

 Il periodo dell'orbita XMO7 sarà 27 ore e 13 minuti, esattamente il triplo del periodo di rivoluzione di Cerere; questa "risonanza 3:1" permetterà di sorvolare al periastro sempre lo stesso punto, ovvero il celebre cratere Occator che, con le sue macchie chiare, ha polarizzato l'attenzione di tutti fin dalle prime fasi di approccio al pianeta nano. Questo avverrà nelle prime orbite perchè in seguito la traiettoria del satellite si sposterà progressivamente più a sud. Sapremo così finalmente con certezza quale sia la natura chimica di queste e altre chiazze, presenti in oltre 300 punti a media e bassa latitudine, come testimoniato nella seguente mappa pubblicata 6 mesi fa dalla NASA e nella quale tali "bright spot" sono stati suddivisi in 4 categorie: in rosso quelle nel fondo dei crateri, in verde quelle sul bordo, in blu quelle negli "ejecta" intorno ai crateri e, in giallo, il caso unico della montagna "Ahuna", un probabile crio-vulcano.

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 Distribuzione dei "Bright Spot" su Cerere - Image credit: NASA/JPL-Caltech/UCLA/MPS/DLR/IDA/PSI/Caltech

"Il team attende con impazienza le immagini e i dettagli sulla composizione da vicino", ha detto C. Raymond del JPL. "Questi nuovi dati ad alta risoluzione ci permettono di testare le teorie formulate in precedenza e scoprire nuovi meccanismi in atto su questo affascinante pianeta nano."

 

Riferimenti:
https://www.nasa.gov/feature/jpl/dawn-mission-new-orbit-new-opportunities
https://www.jpl.nasa.gov/blog/2018/4/dear-isaac-newdawn-charles-dawnwin-albert-einsdawn-and-all-other-science-enthusiasts
https://dawn.jpl.nasa.gov/mission/status_2018.html