"Vediamo un sacco di chimica interessante su Cerere e questa è la prima volta in cui abbiamo rilevato la firma inequivocabile di molecole organiche su un corpo extraterrestre", ha dichiarato Maria Cristina De Sanctis dell''Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF). che ha guidato lo studio.
"Dato che Cerere conserva ancora del calore interno dal periodo della sua formazione e potrebbe anche avere un oceano sotto la superficie, questo risultato apre la strada alla possibilità che la vita primitiva si sarebbe potuta sviluppare sul pianeta nano", ha commentato Michael Küppers dell'European Space Astronomy Centre di Madrid.
La scoperta è avvenuta grazie allo spettrometro italiano VIR a bordo della sonda, durante i sorvoli a quote comprese tra i 4.300 e 385 chilometri dalla superficie.
In un'area di circa 1.000 chilometri quadrati dell'emisfero settentrionale, nei pressi del cratere Ernutet, lo strumento ha rilevato tracce di materiale organico, formate prevalentemente di composti alifatici simili a sostanze bituminose. Ma queste patch di terreno potrebbero non essere le uniche perché al momento sono state analizzate solo le medie latitudini tra i 60 gradi nord e 60 gradi sud.
Anche se le molecole organiche sono state trovate nei pressi di un bacino da impatto, il team è convito che non siano arrivate dallo spazio a seguito di urti con altri corpi celesti perché appartengono ad una classe molto delicata che verrebbe distrutta dal calore generato durante una collisione. Sarebbero, invece, native del pianeta nano e potrebbero essersi formate attraverso reazioni che coinvolgono l'attività idrotermale, di cui Cerere mostra tracce piuttosto evidenti in superficie. Il famoso "Bright Spot", al centro del cratere Occator, potrebbe esserne la prova.
Se così fosse, la scoperta avvalorerebbe l'ipotesi che la vita sulla Terra si è evoluta a seguito del bombardamento di asteroidi e comete, che avrebbero consegnato i "mattoni della vita".
Il risultato, inoltre, pone Cerere nell'élite dei corpi potenzialmente abitabili del nostro Sistema Solare, al pari della luna di Saturno, Encelato, o della luna di Giove, Europa.
Localized aliphatic organic material on the surface of Ceres [abstract]
Organic compounds occur in some chondritic meteorites, and their signatures on solar system bodies have been sought for decades. Spectral signatures of organics have not been unambiguously identified on the surfaces of asteroids, whereas they have been detected on cometary nuclei. Data returned by the Visible and InfraRed Mapping Spectrometer on board the Dawn spacecraft show a clear detection of an organic absorption feature at 3.4 micrometers on dwarf planet Ceres. This signature is characteristic of aliphatic organic matter and is mainly localized on a broad region of ~1000 square kilometers close to the ~50-kilometer Ernutet crater. The combined presence on Ceres of ammonia-bearing hydrated minerals, water ice, carbonates, salts, and organic material indicates a very complex chemical environment, suggesting favorable environments to prebiotic chemistry.