Una nuova indagine condotta dallo scienziato planetario Adrienn Luspay-Kuti, del Johns Hopkins Applied Physics Laboratory (APL) nel Maryland, suggerisce che l'ossigeno molecolare non è così abbondante nella cometa 67P/Churyumov–Gerasimenko e potrebbe essere rilasciato da alcuni serbatoi interni.
Grazie ai dati rilevati dalla sonda dell'ESA Rosetta, è stato identificato ossigeno molecolare nella chioma di Chury. Il gas risale probabilmente all'epoca in cui la cometa si è formata: una scoperta sorprendente che potrebbe cambiare la nostra comprensione sulle origini del Sistema Solare e complicare la ricerca di biosignature sui pianeti extrasolari.