La testa della "mast" di Perseverance con i vari strumenti montati su di essa, ritratta dalla fotocamera Sherloc/Watson montata sul braccio robotico.
Ogni rover che vaga su Marte porta con sé un bagaglio tecnologico estremamente costoso, che implica anche un complicato lavoro umano di revisione da terra.
Ma una nuova fotocamera, chiamata TextureCam dovrebbe sovvertire la situazione, snellendo la robotica per l'esplorazione planetaria, dotando i futuri rover della capacità di scegliere gli obiettivi scientifici più interessanti.
Abbandonato Point Lake, il rover della NASA Curiosity continua il suo percorso a ritroso in direzione dello Shaler, un affioramento di lamine taglienti sovrapposte, che ha incuriosito gli scienziati fin dalle prime osservazioni durante, il viaggio di andata verso Yellowkinife Bay.
Tra gli ultimi sol pubblicati, il sol 309 (19 giugno 2013), la MastCam right del rover ha ripreso nuovamente un piccolo oggetto non contestualizzato.
Vi siete mai chiesti come sarebbe guardare da molto lontano una fioca luce di un candela sulla Terra primitiva, quando non esistevano luci, se non quelle delle stelle e della Luna?
Al giorno d'oggi, anche nei posti più remoti del nostro pianeta, il cielo ha un chiarore non naturale ma su Marte sarebbe ancora possibile vivere un'esperienza del genere e probabilmente ci lascerebbe senza fiato.
Ogni volta che scarichiamo un'immagine di Curiosity per elaborarla, ci troviamo di fronte al solito problema: è monocromatica.
Probabilmente a causa della colorazione predominante rosso arancio dell'ambiente e della scarsa luminosità, le foto su Marte risultano avere un colore predominante a discapito dei dettagli.
Mentre è in attesa della prima perforazione, Curiosity si gode il panorama.
Durante gli ultimi sol il rover, oltre a concentrarsi sul suo target "John Klein", ha utilizzato la MastCam per riprendere un panorama del cratere Gale.
Durante il suo cammino, Curiosity ha identificato la roccia giusta per effettuare i primi veri test con il suo braccio robotico.
Ora il rover si trova a circa 2,5 metri dal singolare target, a metà strada tra il punto di atterraggio Bradbury Landing e Glenelg.
Nei prossimi giorni il team prevede di "toccare con mano" il primo vero target: verranno utilizzati sia lo spettrometro Alpha Particle X-Ray che il laser e la ChemCam per identificare gli elementi che la compongono. Questo consentirà di eseguire dei test completi e sul campo di ogni strumento.
La Mastcam di Curiosity durante il sol 37 (13 settembre 2012) riprende una sequenza mozzafiato: un'eclissi parziale di Sole sul Pianeta Rosso. E' Phobos a lambire il disco solare.
L'eclissi di Sole marziana è un po' diversa rispetto a quelle terrestri, dove la nostra Luna è grande abbastanza e sufficientemente distante per coprire completamente il Sole quando Terra, Luna e Sole sono perfettamente allineati.
Il Mars Hand Lens Imager (MAHLI) è montato sulla torretta all'estremità del braccio robotico di Curiosity.
Il suo scopo è quello di acquisire immagini ravvicinate della superficie e delle rocce marziane. A breve entrerà nel vivo delle attività e verrà utilizzato come supporto per le indagini geologiche e mineralogiche.
Come anticipato nell'articolo "Curiosity inizia ad usare il braccio robotico", Curiosity sta effettuando in questi giorni test e verifiche.
Durante il sol 32, 7 settembre 2012, utilizzando la fotocamera presente sul suo braccio robotico, il Mars Hand Lens Imager (MAHLI), ha scattato un foto ricordo: un autoritratto della Mastacam e della Chemcam.