Un confronto tra la distribuzione di acqua vicino alla superficie dei due asteroidi esplorati dalla sonda Dawn.
Anche se a prima vista sembra un mondo piuttosto grigio, i dati mostrano che la superficie di Cerere è ricca di idrogeno con concentrazioni più elevate alle medio-alte latitudini, coerentemente con grandi distese di ghiaccio d'acqua. Gli scienziati hanno presentato i risultati all'American Geophysical Union.
Domani la sonda intorno a Cerere raggiungerà un'orbita più alta ed ellittica per poter caratterizzare i raggi cosmici che disturbavano le misure di composizione a quote più basse.
Lo scorso 19 Ottobre, Dawn ha scattato questa suggestiva foto sul terminatore di Cerere, nella regione del grande cratere Yalode (260 km di diametro), nell'emisfero meridionale del pianeta nano.
Una suggestiva vista obliqua sul cratere Occator è stata ripresa dalla sonda della NASA Dawn il 18 ottobre 2016.
A fine settembre la sonda in orbita attorno a Cerere ha completato la manovra finale di innalzamento dell'orbita, entrando nel decimo (e probabilmente ultimo) anno di attività
Questa mappa topografica riporta i nomi aggiornati di oltre 110 strutture identificate sul pianeta nano.
Si chiama Monte Ahuna ed è un'isolata montagna dalla forma tronco-conica vicino all'equatore del pianeta nano Cerere. In base alle ultime osservazioni della sonda della NASA Dawn, era probabilmente un criovulcano che, invece di roccia fusa, rilasciava fredda acqua salata a volte mista a fango.
Alla fine di Maggio, la sonda Dawn ha ripreso un cratere di oltre 30 km di diametro nell'emisfero sud di Cerere, con un interessante picco centrale di forma conica come se ne vedono molti sulla Luna e su altri corpi celesti.
Bocciata la proposta di visitare un altro asteroide dopo Cerere, Dawn avrà ancora tempo per svelare i segreti del pianeta nano. Gli scienziati hanno già in mano dati importanti per studiare la sa struttura interna.
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.