MRO ha identificato nuovi segni sulla superficie del pianeta rosso, presumibilmente correlati all'impatto del dimostratore EDL dell'ESA. Schiaparelli è entrato nell'atmosfera marziana alle 14:42 GMT del 19 ottobre ma, come abbiamo raccontato nella nostra "diretta", i contatti sono stati persi al quinto minuto della discesa, per la precisione 50 secondi prima del momento previsto per il touchdown. I dati registrati dalla sonda madre, il Trace Gas Orbiter (TGO), sono attualmente oggetto di analisi per capire cosa è successo durante la sequenza di discesa; da indiscrezioni, sembra che l'accensione dei retrorazzi, subito dopo lo sgancio dal paracadute, sia durata solo 3-4 secondi e che di conseguenza il lander si sia schiantato dopo una caduta di circa 20 secondi; è da capire se la causa sia un malfunzionamento del computer, del radar-altimetro o del paracadute o un difetto del software di bordo.

 Nel frattempo, il CTX ha preso le immagini del sito di atterraggio previsto nel Meridiani Planum il 20 ottobre scorso, nell'ambito di una campagna di imaging pianificata. L'immagine rilasciata ieri ha una risoluzione di 6 metri per pixel e mostra due cambiamenti della superficie rispetto a un'immagine scattata nel maggio di quest'anno. Una delle due macchie è chiara e potrebbe essere associata con il paracadute di 12-m utilizzato nella seconda fase di discesa di Schiaparelli, dopo il frenamento tramite lo scudo termico. Il paracadute e lo scudo posteriore associato si sono separati da Schiaparelli prima della fase finale, durante la quale i nove propulsori avrebbero dovuto rallentarne la discesa fino a un paio di metri dalla superficie marziana.

 L'altra macchia è scura e sfumata, misura circa 15 x 40 metri ed è situata circa 1 km a nord del paracadute; essa viene interpretata come derivante dall'impatto del modulo Schiaparelli. Si stima che Schiaparelli si sia lasciato cadere da un'altezza tra i 2 ei 4 chilometri, concludendo quindi il volo con un impatto a notevole velocità, superiore a 300 km/h invece dei 10 km/h previsti. Le dimensioni relativamente grandi della macchia deriverebbero dal materiale di superficie "disturbato", ovvero scavato e sparso tutt'intorno dal violento urto. E' anche possibile che il lander sia esploso al momento dell'impatto, dato che i serbatoi di propellente erano probabilmente ancora pieni. Queste interpretazioni preliminari saranno perfezionate a seguito di ulteriori analisi. Uno sguardo più ravvicinato sarà ripreso la prossima settimana con HiRISE, la fotocamera a più alta risoluzione a bordo MRO, e stavolta i dettagli saranno dell'ordine di 25 cm/pixel, dunque 24 volte migliori; si spera di rivelare anche la posizione dello scudo termico anteriore, sganciatosi a circa 7 km di quota.

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Comparazione tra le immagini riprese da MRO/CTX prima e dopo lo schianto di Schiaparelli. A destra un ingrandimento - Image Credit: NASA/JPL-Caltech/MSSS

 Le due nuove macchie si trovano a 353.79 gradi di longitudine est e 2,07 gradi di latitudine sud. La posizione del segno scuro indica che Schiaparelli ha colpito la superficie circa 5,4 km a ovest del suo punto di atterraggio previsto, ben all'interno della ellisse nominale di 100 x 15 km preventivata per l'atterraggio; questo è sicuramente un buon risultato per il team che si è occupato delle dinamiche di volo. Nel frattempo, le squadre continuano a decodificare i dati sulla discesa di Schiaparelli, registrati dal TGO ExoMars, al fine di stabilire correlazioni con le misure effettuate con il complesso di radiotelescopi per onde metriche GMRT (Giant Metrewave Radio Telescope) situato vicino a Pune in India, e con Mars Express dell'ESA dall'orbita marziana. Una notevole quantità di dati di grande valore ingegneria Schiaparelli sono stati inoltrati al TGO durante la discesa e viene analizzata dagli ingegneri giorno e notte. Dal momento che la traiettoria di discesa del modulo è stata osservata da tre posizioni diverse, le squadre sono fiduciose nella possibilità di ricostruire la catena di eventi con grande precisione.

 L'orbiter ExoMars TGO è attualmente in un'orbita di 101000 x 3691 km rispetto al centro del pianeta, con un periodo di 4,2 giorni, ben all'interno dell'orbita iniziale programmata. La sonda sta lavorando molto bene e raccoglierà dati di calibrazione scientifici nel corso di due orbite nel novembre 2016, per poi effettuare le previste manovre aerobraking a partire da marzo 2017; questa fase continuerà per la maggior parte dell'anno, portandolo in un'orbita circolare a 400 km di altezza. A fine 2017 TGO inizierà la sua missione scientifica primaria per studiare l'atmosfera di Marte alla ricerca di possibili indicazioni di vita sotto la superficie, fungendo poi  da stazione ripetitrice per le telecomunicazioni con il rover ExoMars 2020 e altri eventuali lander.

 

Fonti:
- http://www.esa.int/Our_Activities/Space_Science/ExoMars/Mars_Reconnaissance_Orbiter_views_Schiaparelli_landing_site
- http://www.planetary.org/blogs/emily-lakdawalla/2016/10211542-schiaparelli-update-ctx.html
- http://www.planetary.org/blogs/emily-lakdawalla/2016/10191525-brief-update-opportunitys.html
- http://www.planetary.org/blogs/guest-blogs/2016/1020-exomars-schiaparelli-analysis-to-continue.html- http://www.jpl.nasa.gov/news/news.php?feature=6658