In un laconico bollettino, ieri la NASA ha comunicato che i tentativi effettuati il giorno 18 per contattare Insight non hanno avuto successo.in quanto nessun segnale di risposta è giunto a Terra dal pianeta rosso. Viene ricordato che il livello di energia disponibile sul veicolo è andato scendendo per mesi e ora, come era stato anticipato in precedenti comunicati stampa, Insight potrebbe avere raggiunto la fine della sua operatività. Il livello di energia, che già appariva critico lo scorso 12 dicembre (circa 285 Wh/giorno) deve essere ulteriormente sceso al di sotto della "soglia di sopravvivenza" per motivi ignoti ma la NASA continuerà a fare tentativi per ristabilire un contatto, anche se si intuisce che le speranze sono ridotte al lumicino. L'ultima comunicazione avvenuta con successo risale al 15 dicembre e, dopo due insuccessi nel collegarsi ai satelliti-ripetitori in orbita marziana, la missione verrà dichiarata definitivamente conclusa, anche se di tanto in tanto la NASA tenterà di stabilire ancora un contatto.

Power 1212

Disponibilità giornaliera di energia (in rosso) e opacità dell'atmosfera su Elysium (in blu) negli ultimi 6 mesi
 

Come abbiamo raccontato a più riprese, negli ultimi mesi lo sfortunato veicolo ha dovuto resistere a livelli di approvvigionamento energetico sempre più bassi, principalmente a causa dell'accumulo di polvere sui due pannelli solari, aggravatosi in seguito ad una tempesta di polvere ai primi di ottobre. Anche se da allora la trasparenza atmosferica è quasi raddoppiata, la disponibilità di energia è rimasta critica, come si vede nel grafico qui sopra.

 Insight, soprannominato "lander geologo", si posò su Elysium Planitia.il 26 novembre 2018. La missione si è rivelata subito poco fortunata, a cominciare dall'anomalo comportamento della "talpa", ovvero la sonda termica dello strumento tedesco HP3 che avrebbe dovuto perforare il terreno fino a raggiungere i 5 metri di profondità e invece è rimasta sempre vicina alla superficie, nonostante numerosi tentativi infruttuosi con l'aiuto del braccio meccanico. Poi è stata la volta dei pannelli solari che, si sperava, avrebbero ricevuto qualche provvidenziale "ripulitura" dal passaggio di occasionali "dust devils", cosa che invece non è avvenuta. L'accumulo di polvere è stato costante ed ha progressivamente ridotto l'energia disponibile, costringendo gli operatori a Terra a spegnere anche alcuni strumenti per ridurre i consumi. Nonostante questo, la missione è durata comunque oltre 4 anni, più del doppio del previsto, e ci ha regalato dati preziosissimi soprattutto grazie al sensibile sismometro SEIS di costruzione francese. La "ciliegina sulla torta" è stata la recentissima rilevazione di un potente terremoto, come racconta Elisabetta Bonora in questo articolo.

 Comunque vada, grazie ad Insight ed a chi lo ha costruito e fatto funzionare in questi 4 anni!