Il problema nasce dal fatto che uomini e donne viaggiano nello spazio e vivono all'interno di stazioni spaziali anche per diversi mesi. Quello che è normale sulla Terra nello spazio, a causa della microgravità, diventa difficoltoso se non anche pericoloso. Ma è una cosa normale innamorarsi e quindi come avvicinarsi a risolvere i problemi che si incontrano quando si decide di baciarsi o fare sesso?

 

Problemi fisici

In regime di microgravità il sangue tende a salire verso la testa invece che verso il basso, rendendo difficile sia agli uomini che alle donne l’eccitazione. La bassa pressione del sangue al di sotto della vita provoca una contrazione del pene i cui tessuti, letteralmente, si accartocciano; questo, ovviamente, mina notevolmente la fiducia in sé stesso dell’uomo già dai preliminari.

Inoltre, il cuore tende a rimpicciolirsi durante le lunghe permanenze in orbita, il che significa che la quantità di sangue presente nella metà inferiore del corpo è minore rispetto al solito ed è da questa regione che viene estratto il sangue per generare l’erezione.

caverinjector cura disfunzione erettile

   Disfunzione erezione maschile problemi per il cuore. Fonte: https://www.androsystems.it/en/2015/10/07/eretile-dysfunction-alert-for-the-heart/

L’erezione diventa così più difficile perché l’assenza della forza di gravità ha un effetto rilassante sui vasi sanguigni perciò è difficile pensare che un uomo possa raggiungere un’erezione funzionale per la penetrazione. Ma non solo. Oltre a perdere potenza e dimensione, l’assenza di gravità riduce anche la produzione di testosterone, l’ormone sessuale maschile. Problema riscontrato dagli astronauti del programma Mercury e Gemini che avevano registrato una totale assenza di attività nelle parti basse.

Le zone erogene femminili invece tendono a essere più sensibili dato che l’irrorazione sanguigna è più diffusa. I tessuti vaginali si espandono con maggiore facilità, e gli ormoni femminili sembrano reagire bene alla gravità zero.

D’altra canto però, la poca contrazione dei muscoli bulbocavernosi che circondano la vagina, dovuta alla microgravità, non permette una corretta irrorazione sanguigna, che non garantisce il sufficiente attrito al pene nella penetrazione. Un'altro aspetto problematico per la donna è la scarsa lubrificazione vaginale. I liquidi secreti dal corpo, come lacrime e sudore, tendono a ristagnare nel punto di secrezione in microgravità. E questo rende di sicuro poco piacevole il sesso.
Ulteriori particolari possono essere scabrosi, basti pensare che tutti i fluidi emessi dal corpo in un ambiente a microgravità tenderebbero a restare in sospensione nell’aria. Anche il calore generato dal movimento sarebbe difficile da smaltire in un ambiente climatizzato come quello di una stazione spaziale, provocando un aumento della sudorazione e, forse, anche del disagio nello stare molto vicini.

 

E logistici

Molti fantasticano che il sesso in microgravità potrebbe essere straordinario perché, senza gravità, si possono fare movimenti altrimenti impossibili sulla Terra. Gli scienziati che ci hanno riflettuto non sono molto d'accordo. Una delle cose in cui ci aiuta la gravità è stare uniti, e quindi il sesso in microgravità potrebbe in effetti essere più difficoltoso, dal momento che ci si dovrebbe sempre tenere stretti così da non fluttuare via. Potrebbe essere molto più impegnativo o molto meno soddisfacente di quello che si pensa.

Dal punto di vista meccanico, gestire un amplesso nello spazio è roba da acrobati, basti pensare che, se le due persone non sono ben ancorate, ad ogni spinta i due corpi tenderebbero ad allontanarsi l’uno dall’altro, con conseguenze tutto sommato esilaranti ma tutt’altro che romantiche.

Siccome nello spazio, in assenza di gravità, basta una carezza, un bacio od un tocco leggero per «spedire» altrove il partner, gli esperti consigliano che almeno uno dei due sia ancorato, legato oppure che entrambi siano dentro un sacco a pelo condiviso.

Questo anche perché lo spazio libero all'interno di un veicolo come era lo Space Shuttle o come lo è la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) è veramente poco, fra esperimenti, merce stipata ed equipaggio, perché due persone possano fluttuare liberamente senza essere ancorati.

tuta per sesso

Un disegno grafico della tuta 2suit. Fonte: Prototype sketch of the 2Suit (MSNBC)

A questo proposito, l’inventrice Vanna Bonta ha creato un vestito noto come 2suit che, come dice il nome, deve essere indossato dalla coppia per facilitare la consumazione di un rapporto completo nello spazio. L’idea le è venuta mentre lei e suo marito stavano partecipando ad un volo a gravità zero durante il quale si è resa conto di non riuscire ad abbracciare il marito a causa della mancanza di peso. Il 2suit ha ampi lembi che si aprono all’inguine ed è rivestito in velcro per consentire agli utenti di attaccarsi l’un l’altro e impegnarsi in un rapporto sessuale senza doversi preoccupare di perdere il contatto l’uno con l’altra.

È volutamente largo ed è dotato di cinghie che permettono di regolarlo per facilitare il movimento. Bonta e suo marito hanno testato il 2suit su un aereo a gravità zero ma si sono limitati a baciarsi ed abbracciarsi davanti ai fotografi.

 

Ma qualcuno ha mai fatto sesso?

Purtroppo non abbiamo niente di certo ma solo pettegolezzi su questo argomento.

Il caso che più si è discusso è quello relativo all'astronauta inglese Helen Sharman che a maggio del 1991 diventò il primo britannico a volare nello spazio con la Soyuz e passò una settimana sulla MIR per seguire il progetto June. La Sharman era molto giovane, aveva 27 anni, ed anche molto spigliata ed invece i cosmonauti erano più anziani e da tempo sulla MIR. L'astronauta inglese ha sempre smentito qualsiasi voce riguardo atteggiamenti amorosi da parte dei cosmonauti.

sharman aboard mir

Circondata dai cosmonauti sovietici Musa Manarov, Sergei Krikalev e Viktor Afanasyev, la prima donna britannica nello spazio gode dell'ambiente senza peso.  Credito fotografico: Joachim Becker/SpaceFacts.de

Nel 1982, il primo lancio spaziale che coinvolse uomini e donne, una missione sovietica sulla stazione Salyut 7, diede vita a parecchie chiacchiere circa prove di rapporti sessuali tra i partecipanti alla missione, tuttavia, l’unica donna a bordo, Svetlana Savickaja, era sposata e aveva una feroce reputazione di donna fedele, che rapidamente dissipò ogni idea di sesso a microgravità.

La prima coppia sposata ad andare nello spazio sono stati gli americani Jan Davis e Mark Lee. I due si erano innamorati in un campo di addestramento della NASA. Il loro matrimonio venne celebrato in segreto poco prima della loro missione nel 1991, a causa della severa politica dell’agenzia che non ama la promiscuità sessuale tra i suoi astronauti, cosa che si ritiene possa rovinare le dinamiche di squadra.

Nonostante le voci sui loro rapporti a bordo, la coppia non ha mai rivelato se abbiano fatto qualcosa per diventare le prime persone a fare sesso nello spazio.

Altri pettegolezzi spaziali vennero fatti sul cosmonauta Valerij Poljakov che, dal 1992 al 1993, trascorse 14 mesi nello spazio. Secondo le chiacchiere, il cosmonauta russo si è avvicinato alla compagna astronauta Elena Kondakova durante il loro periodo insieme alla stazione spaziale Mir.

Sia la coppia che i funzionari del Cremlino hanno, però, sempre negato con forza i pettegolezzi che affermavano che i due avevano fatto sesso completamente nudi nell’angusta cabina della MIR.

Nei suoi diari, Poljakov ha ammesso di essere stato attratto dall’idea di avere un rapporto con la collega, cosa che rese più difficile la sua lunga e ardua missione.“Non c’è bisogno di dire ciò che desideriamo. Gli uomini pensano a quelle cose. Non ci si può allontanare troppo da quei pensieri. Ma ci si può auto-controllare e, con il tempo, questi pensieri svaniscono“.

russo

Il cosmonauta russo Valerij Poljakov guarda lo spazio a bordo della MIR. Crediti https://www.mk.ru/

Il cosmonauta russo menzionò anche il fatto che i suoi superiori gli avevano suggerito di portarsi una bambola gonfiabile per esplorare le stelle con lui durante la missione ma lui rifiutò, temendo di potersi attaccare troppo all’unità gonfiabile.

 

Cosa pensano le agenzie spaziali

La NASA non bandisce il sesso nello spazio, ma il codice di condotta dell’astronauta, definito rapporto di fiducia, da per scontato che non si debbano compiere determinate azioni sul posto di lavoro. L’agenzia spaziale però non consente alle coppie sposate di andare in orbita insieme, sebbene sia una misura presa soltanto per evitare disordini all’interno del gruppo di lavoro e non per evitare che la coppia abbia rapporti sessuali.

Unica eccezione è vietare a marito e moglie di partecipare insieme alla stessa missione.

Eccezione a questa regola è stata nel 1992 a bordo dell'STS-47 in quanto i due si erano sposati segretamente, qualche mese prima del lancio, ed era impossibile un cambio di equipaggio.

L’unico paper diffuso in rete, relativo a ricerche condotte nel 1989 a bordo della missione STS-75, si è rivelato un fake: la NASA ha smentito facilmente la notizia, dato che quello Shuttle è stato lanciato soltanto nel 1996.

I russi affermano di non avere certezze rispetto a rapporti già consumati durante le esplorazioni spaziali, anche se - dichiarano - non ne sarebbero sorpresi.

La Virgin Galactic ha rifiutato di girare un film porno nello spazio
Ancora non sappiamo cosa ne pensano del problema alla SpaceX o se lo sono mai ancora posto il problema.

 

E se poi concepissero un bimbo

Il sesso nello spazio non dovrebbe mai essere rivolto alla concepimento.

Meglio infatti non rimanere incinta in orbita. La gravità, infatti, gioca un ruolo fondamentale nella formazione del feto: in assenza di gravità si potrebbero verificare problemi di natura cardiovascolare, malformazioni degli arti, impedimenti neurologici, problemi dello sviluppo dell’apparato visivo. Inoltre c’è il problema delle radiazioni cosmiche che danneggiano il DNA del feto.

astronaut pregnant by newtexan2012 dfsn923 fullview
Una immagine simulata, presa da un gioco, di una donna incinta in orbita. Fonte: Devian Art 

Nessuno sa quali possano essere gli effetti: malformazioni o aborti spontanei.

Normalmente l’atmosfera e il campo magnetico della Terra ci proteggono dalle radiazioni cosmiche e dal vento solare. Nello spazio, invece, c’è ben poco che impedisce alle radiazioni di penetrare nei nostri corpi, in particolare durante le lunghe esposizioni.

In ogni caso meglio prendere precauzioni dovuta ai rischi che una donna incinta potrebbe rappresentare per una missione, perché le scorti risorse come il cibo, le forniture mediche e l’ossigeno sarebbero compromesse dalle crescenti esigenze della futura mamma e, successivamente, da quelle del bambino.

L’assenza di una gravità significativa, potrebbe impedire alla struttura ossea del feto di formarsi correttamente, rendendo impossibile lo sviluppo di un bambino umano. Ci sarebbe anche un forte rischio di gravidanza extrauterina, che potrebbe mettere in pericolo la vita della donna astronauta.

 

Attualmente che cosa possono fare gli astronauti

Agli astronauti maschi non resta che il FaiDaTe. Anche se il tempo personale e la privacy sono scarsi, alcuni hanno ammesso che è possibile masturbarsi in orbita.

Tra l'altro, in un libro del 1989, l'astronauta Micheal Collins rivelò che i medici gli avevano consigliato di masturbarsi nello spazio per evitare possibili problemi alla prostata.

Collins

L'astronauta Micheal Collins. Fonte: © AFP

Dal punto di vista medico, ciò può essere anche salutare per gli uomini, in quanto un’eiaculazione frequente diminuisce il rischio di prostatiti e problemi genito-urinari. Che sulla Terra sono facilmente risolvibili, ma nello spazio possono compromettere un’intera missione, come accadde nel 1985, quando il comandante Volodymyr Vasjutin non riuscì a terminare i 6 mesi a bordo del Saljut-7, ma fu costretto a rientrare dopo soli 64 giorni, 21 ore e 52 minuti.

La NASA sottopone gli astronauti donna a terapie anticoncezionali che sospendono il ciclo femminile e consiglia di portare il reggiseno in quanto anche le mammelle potrebbero avere problemi a causa della microgravità.

 

Il futuro

Le coppie che andranno in vacanza nello spazio sono destinate a volersi divertire. Forse le compagnie di turismo spaziale dovrebbero prendere in considerazione il divieto di concezione in orbita.

I medici attualmente prescrivono farmaci con avvertenze sulla gravidanza. Forse anche il volo spaziale dovrebbe essere evidenziato con una etichetta di avvertenza: "Non rimanere incinta nello spazio"o “Sesso nell'educazione spaziale”.

Le limitazioni potrebbero scomparire con le basi che realizzeremo sulla Luna e, successivamente, su Marte.

Gli esperti cominciano dunque a interrogarsi su quello che si prospetta essere un viaggio che durerà tre anni, avente come destinazione appunto il pianeta rosso: 180 giorni per andare, 180 per tornare e 500 per esplorare e vivere il suolo marziano. Un arco di tempo in cui è fisiologicamente possibile fare ogni cosa: innamorarsi, lasciarsi, (farsi le corna) e naturalmente mettere al mondo dei figli. Si chiedono soprattutto le ripercussioni che si avrebbero sull’equipaggio se si verificasse anche solo una di queste ultime cose, (ricordiamoci che siamo a 56 milioni di chilometri mila chilometri di distanza dalla Terra), e se in tal caso il rischio non possa essere addirittura quello di mandare a monte la missione.

Il pianeta rosso con un terzo di gravità rispetto alla Terra potrebbe essere ideale per provare un sesso differente ed anche provare a concepire bambini “marziani”.

marte vita

Illustrazione grafica di fantasia su colonia marziana. Credito: ROBERT MURRAY / MARS SOCIETY

Resta poi sempre il problema se questi bambini concepiti su altri mondi possano o meno tornare sulla Terra sottostando ad una forza di gravità a loro sconosciuta o debbano per forza di cose rimanere sui loro pianeti natali.

Tutto cambierebbe se riuscissimo a scoprire un modo per ottenere, sulle astronavi, la stessa gravità esistente sulla Terra o terraformando i pianeti che colonizzeremo... ma questa è fantascienza... almeno per il momento.