Uno dei principali problemi dei primi uomini che andranno su Marte, sarà tornare sulla Terra. Portarsi dietro anche il carburante necessario per il viaggio di ritorno sarebbe troppo complicato e costoso perciò gli scienziati stanno studiando alcune soluzioni per produrre in situ metano ed ossigeno, gli elementi chiave nei sistemi di propulsione.
Visto che sulla Luna se c'è una cosa che non manca è la polvere, gli scienziati stanno pensando a come utilizzarla. Gli ingegneri britannici, ad esempio, stanno mettendo a punto un processo per estrarre ossigeno dalla regolite. Le sostanze metalliche risultanti come sottoprodotto del processo, potrebbero diventare materiale grezzo per le stampanti 3D per la costruzione dei moduli lunari.
La scoperta di ematite alle alte latitudini lunari sta offrendo agli scienziati un nuovo importante tassello sull'evoluzione del nostro satellite.
Un alone di ossigeno verde brillante circonda Marte. E' la prima volta che questo fenomeno viene rilevato su un pianeta diverso dalla Terra.
A pochi giorni dalla notizia del ritrovamento di tridimite nel campione Buckskin, ecco che si aggiunge un nuovo tassello misterioso di storia marziana. Le rocce analizzate da Curiosity dimostrano che una volta il pianeta aveva molto più ossigeno nella sua atmosfera rispetto ad oggi. Questa scoperta, insieme alla conferma di antichi mari e laghi, restituiscono un'immagine passata di Marte molto simile alla Terra.
L'ossigeno, ritenuto uno dei biomarcatori fondamentali per la ricerca della vita sui pianeti extrasolari, potrebbe avere un'origine non biologica. Elemento fondamentale per la vita sulla Terra, viene prodotto da organismi fotosintetici, le piante, che continuamente riforniscono la nostra atmosfera e trasformano l'aria che respiriamo.
Nonostante ormai ci appaia molto familiare, grazie alle immagini inviate a Terra dalle sonde e dai rover, Marte è un pianeta duro ed ostile per i futuri esploratori. Ora però, un team di studenti tedeschi, dell'University of Applied Science e della Technical University, entrambe di Darmstadt, è deciso a compiere il primo passo per la terraformazione, inviando cianobatteri sul Pianeta Rosso per generare ossigeno dall'anidride carbonica (circa il 96%).
L'ossigeno è apparso sulla Terra 700 milioni di anni prima rispetto alle stime precedenti, che ne indicavano la comparsa solo 2,3 miliardi di anni fa.
La nuova ricerca pubblicata sulla rivista Nature, solleva così altri interrogativi sull'origine della vita.
Da molti anni gli scienziati studiano i meteoriti marziani arrivati sulla Terra ma queste rocce spaziali, anche se classificate come provenienti dal Pianeta Rosso, presentano molte differenze con le rocce studiate sulla superficie dai rover.
Il nichel, che caratterizza la maggior parte delle rocce presenti sul pianeta, è invece contenuto in quantità decisamente minori nei meteoriti provenienti da Marte.
Grazie al telescopio orbitale della NASA, Chandra X-ray Observatory, gli astronomi hanno determinato che la nostra galassia è circondata da un alone di gas caldo che si estende per centinaia di migliaia di anni luce: la massa stimata di tutto l'alone è paragonabile alla massa delle stelle di tutta la Via Lattea.
Se la dimensione e la massa di questo alone di gas fosse confermata, la scoperta potrebbe anche essere una spiegazione per il problema noto come "barione mancante".
La pubblicazione ripercorre le gesta della missione interplanetaria NASA / ESA / ASI Cassini–Huygens, che esplorò Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017. Le principali fasi del progetto, del lungo viaggio durato sette anni e della missione ultradecennale sono raccontate con semplicità e passione allo scopo di divulgare e ricordare una delle imprese spaziali robotiche più affascinanti ideate dall’uomo. Le meravigliose foto scattate dalla sonda nel sistema di Saturno, elaborate e processate dall’autrice, sono parte centrale della narrazione. Immagini uniche che hanno reso popolare e familiare un angolo remoto del nostro Sistema Solare. 244 pagine.