È stata realizzata dai ricercatori della collaborazione Atacama Cosmology Telescope (ACT) e rivela la distribuzione della materia oscura su un quarto dell'intero cielo, fino ad estendersi in profondità nel cosmo.
La materia oscura è difficile da rilevare perché non emette né riflette la luce, né interagisce con le forze elettromagnetiche. Tuttavia, un gruppo di ricerca della Education University di Hong Kong (EdUHK) ha dimostrato che ne esiste una notevole quantità attorno ai buchi neri.
L'universo è disseminato di galassie che, su larga scala, mostrano uno schema filamentoso. Una nuova simulazione 3D mostra l'intricata rete cosmica.
All'origine dell'Universo come lo conosciamo potrebbero esserci stati due Big Bang: uno avrebbe inondato il cosmo di particelle di materia oscura.
La materia oscura è destinata a rimanere avvolta nel mistero. Forse esiste ma non si vede. O forse non esiste.
Secondo una nuova teoria alternativa sulle origini dell'Universo, i buchi neri primordiali sono nati immediatamente dopo il Big Bang e possono essere l'inspiegabile materia oscura.
La caccia alle onde gravitazionali, increspature nello spazio e nel tempo causate dai grandi cataclismi cosmici, potrebbe aiutare a risolvere uno dei misteri più dibattuti dell'Universo: le nuvole di bosoni. Queste, a loro volta, sono tra i principali contendenti per la materia oscura.
Secondo un nuovo studio, questa misteriosa materia invisibile che, secondo gli attuali modelli potrebbe costituire fino all'85% del cosmo, sarebbe stata in grado di generare altra materia oscura nelle prime fasi dell'Universo. E questo spiegherebbe perché ora ce n'è così tanta.
Tramite lo strumento MUSE del Very Large Telescope dell'ESO, un gruppo di ricerca internazionale, dal CNRS francese e dall'Université Claude Bernard Lyon 1, ha mappato per la prima volta il vento galattico, tramite il quale le galassie possono ricevere e scambiare materia con l'ambiente esterno circostante.
Questa spettacolare immagine di Hubble Space Telescope ritrae l'ammasso galattico MACSJ0138.0-2155 che, con la sua massa, si comporta come una immensa lente deformante, ingrandendo e replicando l'immagine della remota galassia gigante MRG-M0138 posta dietro di esso.