Quando la supernova esplose, la sua luce impiegò circa 160000 anni per raggiungere la Terra e, per qualche settimana, divenne visibile ad occhio nudo, ma solo per gli osservatori nell'emisfero australe, notoriamente molto più fortunati di noi. Trentasei anni dopo, il telescopio Webb ha puntato la NIRCam (Near-Infrared Camera) sul residuo dell' esplosione rivelando dettagli inediti. Al centro, il materiale espulso dalla supernova forma una sorta di "buco della serratura" azzurrognolo mentre, ai lati, ci sono deboli mezzelune appena scoperte da Webb. Al di là di esse un anello equatoriale, formato da materiale espulso decine di migliaia di anni prima dell’esplosione della supernova, contiene punti caldi luminosi, frutto dello scontro con il gas dell'esplosione. All'esterno c'è un'emissione diffusa e, in alto e in basso, due deboli anelli. In questa immagine il blu rappresenta la luce a 1,5 micron (F150W), il ciano 1,64 e 2,0 micron (F164N, F200W), il giallo 3,23 micron (F323N), l'arancione 4,05 micron (F405N) e il rosso 4,44 micron (F444W).