Il grafico mostra la posizione di Caronte rispetto a Plutone nel corso di 103 osservazioni astrometriche effettuate dall'osservatorio astrometrico GAIA in oltre 8 anni, dalla fine di luglio 2014 (inizio delle osservazioni scientifiche) a fine novembre 2022. Le posizioni sono derivate direttamente dai dati del rivelatore di sorgenti a bordo di Gaia, senza le sofisticate elaborazioni da effettuare successivamente tramite il software iterativo DPAC, ma già la precisione è sufficiente a mostrare chiaramente il movimento di rivoluzione , con una incertezza sulla posizione di 60 milli-secondi d'arco (mas) in entrambe le coordinate.
Nel periodo di tempo considerato, Plutone e Caronte hanno effettuato quasi 500 rivoluzioni attorno al comune baricentro e la dispersione dei punti è in parte dovuta anche al leggero cambiamento di prospettiva (parallasse) che ammonta a 70 mas al termine del periodo di osservazione. Le prime indicazioni sulla presenza di Caronte risalgono al 1978, attraverso un leggero e periodico allungamento nelle immagini fotografiche di Plutone; i dubbi sulla reale esistenza del satellite vennero fugati definitivamente grazie ad un fortunato periodo di eclissi e transiti nel periodo 1985-1990. Poi sono intervenute le osservazioni con le ottiche adattive, con Hubble e infine il fly-by di New Horizons a mostrarci sempre meglio i due corpi.
Ad oggi, dopo oltre 3100 giorni di attività scientifiche, Gaia ha restituito 114 TB di dati preziosi sui 216 miliardi di transiti osservati nel piano focale. Alla fine del 2023 verrà pubblicato un nuovo catalogo, chiamato FPR (Focused Product Release), con una serie di nuove informazioni anche sugli oggetti del sistema solare. Poi bisognerà aspettare almeno un paio di anni per poter vedere la nuova Data Release (DR4) basata sui primi 66 mesi di osservazioni, quasi il doppio rispetto alla DR3 pubblicata 7 mesi fa. Recentemente, la missione ha ricevuto una ulteriore estensione fino a dicembre 2025 ma è probabile che, a causa dell'esaurimento del combustibile, le operazioni verranno terminate intorno alla fine del 2024; questo implicherebbe una durata comunque più che doppia rispetto all'obiettivo inizialmente preventivato di 5 anni. E già si sta pensando ad una nuova missione che raccolga l'eredità di Gaia estendendola nel vicino infrarosso, ribattezzata GaiaNIR.