Scritto: Giovedì, 23 Marzo 2023 05:04 Ultima modifica: Mercoledì, 29 Marzo 2023 05:07

Scoperti nuovi batteri che usano l'idrogeno come fonte di energia: potrebbero esistere anche su altri mondi


Nelle acque profonde degli oceani terrestri, gli scienziati hanno scoperto una nuova specie di batteri che fiorisce nei pennacchi delle sorgenti termali sottomarine.

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Le prese d'aria attive del sistema idrotermale della "Città perduta" della Terra potrebbero essere simili alle caratteristiche trovate negli oceani di Europa ed Encelado.
Le prese d'aria attive del sistema idrotermale della "Città perduta" della Terra potrebbero essere simili alle caratteristiche trovate negli oceani di Europa ed Encelado.
Crediti: IFE, URI-IAO, UW, Lost City science party e NOAA

L'attività idrotermale potrebbe essere presente su molti mondi oceanici. Per esempio, nel Sistema Solare se ne ha evidenza sulla luna di Giove, Europa e sulla luna di Saturno, Encelado e gli scienziati sono convinti che questa scoperta ci aiuterà a capire quali forme potrebbe assumere la vita oltre la Terra.

Il nuovo batterio, Sulfurimonas pluma, appartiene a una famiglia di organismi che fino ad oggi era stata individuata solo nelle bocche vulcaniche sui fondali marini della Terra, in quanto non può tollerare gli alti livelli di ossigeno presenti nell'acqua altrove. Pertanto, gli scienziati sono rimasti sorpresi di trovare un nuovo membro, più piccolo, nei pennacchi d'acqua ricchi di ossigeno.

"È stato un crescendo eccitante vedere che questi microrganismi non erano solo abbondanti ma anche molto attivi nel pennacchio", ha detto Massimiliano Molari, scienziato del Max Planck Institute for Marine Microbiology in Germania e autore principale del nuovo studio pubblicato su Nature Microbiology.


Le bocche idrotermali e il Sulfurimonas pluma

Le bocche idrotermali si formano quando l'acqua di mare fredda e ricca di ossigeno penetra nelle fessure della crosta terrestre e schizza di nuovo fuori non appena incontra il magma caldo sottostante. Il calore innesca reazioni chimiche che rimuovono l'ossigeno dall'acqua ma fanno guadagnare altri minerali necessari per la crescita dei microbi. In pratica, tutto può riassumersi in due fasi: nella prima, il pennacchio caldo sale per centinaia di metri dal fondo del mare fin quando non si esaurisce; nella seconda, il pennacchio si estende orizzontalmente per migliaia di chilometri, durante i quali si ossigena miscelandosi con l'acqua circostante. Ed è qui che avviene gran parte della crescita microbica e dove è stato trovato il Sulfurimonas pluma, in campioni raccolti sia in acque artiche che antartiche.

Gli scienziati hanno scoperto che questo batterio ha subito cambiamenti genetici unici non solo per adattarsi ma anche prosperare in un'ampia gamma di ambienti negli oceani della Terra. Uno di questi cambiamenti genetici ha reso il batterio in grado di ottenere energia da molte fonti, motivo per cui è abbondantemente visto vicino a bocche ricche di idrogeno sul fondo del mare e nei pennacchi ricchi di ossigeno. Gli scienziati hanno scoperto che l'organismo utilizza principalmente l'idrogeno per moltiplicarsi e crescere ovunque. "Questo non è mai stato osservato prima in questo tipo di ambiente", ha detto Molari. I risultati mostrano che Sulfurimonas pluma può sopravvivere dalla sua probabile origine vicino alle bocche del fondale marino fino alle acque aperte negli oceani terrestri. Questa è una prova entusiasmante perché la missione Cassini della NASA, che ha studiato Saturno e le sue lune dal 2004 al 2017, ha trovato idrogeno nei getti eruttati dal polo sud di Encelado passandoci attraverso, suggerendo la presenza di uno sfiato idrotermale come quelli sulla Terra. Mentre il telescopio spaziale Hubble ha visto l'idrogeno nell'atmosfera di Europa che potrebbe provenire da geyser che rilasciano materia nello spazio.

Gli scienziati sperano che questi organismi vengano rilevati da future missioni che cercheranno la vita oltre la Terra, tra cui l'Europa Clipper della NASA, che verrà lanciata nel 2024 per studiare l'abitabilità di Europa, e l'Enceladus Orbilander, che cercherà segni di vita sulla superficie della luna saturniana.

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Letto: 648 volta/e Ultima modifica Mercoledì, 29 Marzo 2023 05:07

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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