L'acqua dolce che scorre dall'oceano all'aria, dalle nuvole ai fiumi e torna agli oceani non è più una certezza di questi tempi.
Un recente studio pubblicato su Nature, evidenzia che il ciclo dell'acqua sta cambiando rapidamente sotto i nostri occhi.

Mentre la Terra si riscalda, il ciclo dell'acqua ha iniziato a intensificarsi seguendo un modello chiamato "wet-gets-wetter-dry-gets-drier" (letteralmente "il bagnato diventa più umido, l'asciutto diventa più secco").
Ciò significa che sempre più acqua dolce sta lasciando le regioni aride del pianeta per finire nelle regioni umide. Questo si verifica con quelli che chiamiamo "eventi metereologici estremi" che vedono siccità intensa nelle zone più asciutte e tempeste e inondazioni nelle altre.

Questo cambiamento sta già avvenendo e lo ha sottolineato anche l'ultimo rapporto delle Nazioni Unite Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC).

I cambiamenti che stiamo vedendo sono solo l'inizio. Nei prossimi decenni, questa intensificazione del ciclo dell'acqua potrebbe rendere molto più difficile per le persone ottenere forniture affidabili di acqua dolce in vaste aree del pianeta. In altre parole, non è detto che l'acqua uscirà sempre dal rubinetto!

L'oceano come pluviometro

Misurare direttamente i cambiamenti nel ciclo dell'acqua è particolarmente difficile perché non abbiamo dati sufficienti sulle precipitazioni e sull'evaporazione sul nostro pianeta. Quindi, gli scienziati hanno deciso di utilizzare la salinità degli oceani come parametro.

Ad esempio, se l'Atlantico è in media più salato del Pacifico vuol dire che ci sono state più piogge in quelle zone.
Quando l'acqua dolce cade sotto forma di pioggia sull'oceano, diluisce l'acqua di mare e la rende meno salata. Quando l'acqua evapora dalla superficie, aumenta invece la salinità. E, dato che i cambiamenti di salinità degli oceani sono meglio monitorati anche grazie a diversi satelliti specializzati nel monitoraggio della Terra, è possibile utilizzare questi valori come una sorta di pluviometro per rilevare i cambiamenti del ciclo dell'acqua.

Tuttavia, l'interpretazione dei dati non è così semplice perché l'acqua nei mari non è statica ma viene costantemente rimescolata da onde e correnti. Quindi, il team ha sviluppato nuovi metodi che consentono di collegare con precisione i cambiamenti nella salinità dell'oceano ai cambiamenti nella parte del ciclo dell'acqua che sposta l'acqua dolce dalle regioni più calde a quelle più fredde. 

I ricercatori hanno scoperto che il ciclo dell'acqua si sta intensificando.
"L'equivalente di acqua dolce di 123 volte le acque del porto di Sydney si è spostato dai tropici alle aree più fresche dal 1970. Si stima, tra 46.000 e 77.000 chilometri cubi d'acqua.
Ciò è coerente con un'intensificazione del ciclo dell'acqua fino al 7%. Ciò significa fino al 7% in più di pioggia nelle zone più umide e fino al 7% in meno di pioggia (o più evaporazione) nelle zone più asciutte
".

Sfortunatamente, questi risultati suggeriscono che cambiamenti potenzialmente disastrosi nel ciclo dell'acqua potrebbero avvicinarsi più velocemente di quanto ci potessimo aspettare.

Cosa ci aspetta in futuro?

Anche se i governi del mondo raggiungessero l'obiettivo prefisasto e mantenessero il riscaldamento globale entro i 2℃, come prevede l'IPCC, gli eventi estremi saranno comunque il 14% più forti rispetto a un periodo di riferimento del 1850-1900.

Alcune persone ed ecosistemi saranno colpiti più duramente di altri, come chiarito dal rapporto dell'IPCC lo scorso anno. Ad esempio, le nazioni mediterranee, l'Australia sudoccidentale e sudorientale e l'America centrale diventeranno tutte più secche, mentre le regioni monsoniche ei poli diventeranno più umidi (o più nevosi).

Nelle aree aride colpite da questi cambiamenti del ciclo dell'acqua, possiamo aspettarci di vedere reali minacce alla redditività delle città a meno che non vengano messe in atto alternative come la desalinizzazione del mare.

Decenni di ricerca scientifica hanno mostrato la relazione estremamente chiara tra le emissioni di gas serra e l'aumento delle temperature globali, che a loro volta guidano l'intensificazione del ciclo dell'acqua. Ma è chiaro che i paesi sono in difficoltà: il pianeta è sovrappopolato, il fabbisogno energetico è spropositato e non abbiamo delle vere fonti alternative pulite per produrre energia, nonostante si continui a parlare di "transizione energetica". In più, ora, tutti gli occhi sono puntati sulla guerra tra Russia e Ucraina dalla quale sta scaturendo un'ulteriore crisi energetica: un conflitto che, non solo potrà avere importanti ripercussioni nei progetti per contrastare il cambiamento climatico ma che potrebbe sfociare in qualcosa di molto più grave per l'intera umanità.