Gli astronomi, guidati dall'Università di Warwick, hanno identificato la nana bianca più antica della Via Lattea, che sta accumulando detriti dai planetesimi in orbita. Questo sarebbe uno dei più antichi sistemi planetari rocciosi e ghiacciati scoperti nella nostra Galassia.
Gli astronomi hanno osservato per la prima volta un intero sistema planetario cannibalizzato da una stella morente.
Ecco la distribuzione nel cielo delle nane bianche scoperte da Gaia, a 20 giorni dalla pubblicazione del nuovo catalogo DR3.
Le nane bianche sono astri curiosi, quasi impossibili. Di dimensioni paragonabili al pianeta Terra, hanno masse pari o superiori a quella del Sole: sono piccole e molto compatte, con un'elevatissima densità e gravità superficiale. Si ritiene che le nane bianche siano l'ultima fase dell'evoluzione delle stelle di massa piccola e medio-piccola e ora, recenti osservazioni sulle cosiddette variabili cataclismiche evolute gettano nuova luce sulle fasi evolutive di questi astri.
Un sistema planetario confermato, che un tempo orbitava attorno ad una stella simile alla nostra, ci mostra cosa potrebbe succedere quando il Sole morirà.
Quando una stella di una certa massa cessa la fusione nucleare, muore e diventa una nana bianca. La sua vita rimane appesa ad un filo di calore residuo. Alla fine si raffredda diventando una nana nera. Ma forse, la storia potrebbe non essere proprio così.
Gli astronomi hanno individuato una nana bianca che sta finendo di consumare la sua compagna. Il raro avvistamento indica che due stelle stanno spiraleggiando una verso l'altra verso un inevitabile destino.
Scoperto un astro da record che ruota all'impazzata in meno di 7 minuti, ha un campo magnetico un miliardo di volte più forte di quello terrestre e dimensioni simili alla Luna; potrebbe essere nata meno di 100 milioni di anni fa dalla fusione tra due nane bianche più piccole.
Questa complessa nebulosa è il risultato del cannibalismo violento tra due stelle in un sistema binario, una supergigante rossa e una nana bianca.
Lo scorso anno la nana bianca WD 1145+017 aveva catturato l'attenzione degli astronomi che, durante la prima campagna di osservazione della missione Kepler K2, avevano identificato dei resti di un planetesimo in orbita attorno alla stella. Ora, un gruppo di ricerca guidato da Saul Rappaport del Massachusetts Institute of Technology (MIT) ha trovato le prove che quei frammenti sono i resti di un asteroide.