Scritto: Mercoledì, 29 Marzo 2023 05:15 Ultima modifica: Lunedì, 03 Aprile 2023 05:55

Ecco uno dei più grandi buchi neri mai scoperti


Il mostro cosmico è stato scoperto da un team guidato dalla Durham University, nel Regno Unito, usando una lente gravitazionale.

Rate this item
(2 votes)
Una rappresentazione artistica di un buco nero, il cui intenso campo gravitazionale distorce lo spazio circostante.
Una rappresentazione artistica di un buco nero, il cui intenso campo gravitazionale distorce lo spazio circostante.
Crediti: ESA/Hubble, Digitized Sky Survey, Nick Risinger (skysurvey.org), N. Bartmann

Il buco nero ultramassiccio, un oggetto oltre 30 miliardi di volte la massa del Sole, è stato individuato in una galassia in primo piano appartenente all'ammasso Abell 1201 e deviava la luce proveniente di un oggetto più distante. Le sue caratteristiche sono state confermate con centinaia di migliaia di simulazioni al supercomputer nella struttura DiRAC HPC. Queste hanno permesso di vedere come la luce viaggia nell'Universo variando la massa del buco nero, fino a quando i dati simulati non hanno coinciso con con quelli reali provenienti dalle immagini dal telescopio spaziale Hubble.

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Monthly Notice della Royal Astronomical Society.

L'autore principale Dr. James Nightingale, Dipartimento di Fisica, Università di Durham, ha dichiarato: "Questo particolare buco nero, che è circa 30 miliardi di volte la massa del nostro Sole, è uno dei più grandi mai rilevati e al limite superiore di quanto grande noi crediamo che i buchi neri possano teoricamente diventare, quindi è una scoperta estremamente eccitante".


Caccia a buchi neri silenti

La storia di questa particolare scoperta è iniziata nel 2004, quando un astronomo della Durham University, il professor Alastair Edge, ha notato un arco gigante di una lente gravitazionale durante la revisione delle immagini di un sondaggio galattico.
Diciannove anni dopo, con l'aiuto di alcune immagini ad altissima risoluzione dal telescopio Hubble della NASA e dalle strutture del supercomputer DiRAC COSMA8 presso la Durham University, il Dr. Nightingale e il suo team sono stati in grado di rivisitare questo dettaglio. Si trattava di una lente gravitazionale, un fenomeno causato dalla distribuzione della materia, come una galassia o un buco nero, in grado di curvare la traiettoria della luce in transito in modo analogo a una lente ottica, ingrandendo oggetti sullo sfondo. 

Il dottor Nightingale ha dichiarato: "La maggior parte dei più grandi buchi neri che conosciamo sono in uno stato attivo, in cui la materia attirata vicino al buco nero si riscalda e rilascia energia sotto forma di luce, raggi X e altre radiazioni".
"Tuttavia, la lente gravitazionale rende possibile studiare i buchi neri inattivi, qualcosa che attualmente non possiamo vedere nelle galassie lontane. Questo approccio potrebbe permetterci di rilevare molti più buchi neri oltre il nostro universo locale e rivelare come questi oggetti esotici si siano evoluti nel tempo cosmico".

Il team spera che questo sia il primo passo per consentire un'esplorazione più approfondita dei misteri dei buchi neri e che i futuri telescopi su larga scala aiuteranno gli astronomi a studiare buchi neri ancora più distanti per saperne di più sulle loro dimensioni e scala.

light bending gravity simulation

Una delle simulazioni eseguite al computer.
Crediti: Durham University

Altre informazioni su questo articolo

Letto: 727 volta/e Ultima modifica Lunedì, 03 Aprile 2023 05:55

Ti è piaciuto questo articolo?

Seguici anche su Google News

Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

https://twitter.com/EliBonora | Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Devi essere registrato e fare login per inserire un commento.

Newsletter

Abilita il javascript per inviare questo modulo

Immagine del giorno

NEO news

NEO News

Ultimo aggiornamento: 30 maggio

StatisticaMENTE

ISS height

ISS height

Parametri orbitali della Stazione Spaziale interna...

Tiangong orbit

Tiangong orbit

Evoluzione dell'orbita della Stazione Spaziale Cin...

Perseverance odometry

Perseverance odometry

Odometria e altri dati del rover e del drone Ingen...

Curiosity odometry

Curiosity odometry

Aggiornato il 27 maggio. Statistiche sul...

LIBRO CONSIGLIATO

Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno di Elisabetta Bonora 

SE8606 GiornalismoScientifico RGB