Scritto: Martedì, 28 Marzo 2023 06:20 Ultima modifica: Martedì, 28 Marzo 2023 06:25

Una possibile spiegazione per 'Oumuamua


Quando il primo oggetto interstellare conosciuto ha attraversato il Sistema Solare nel 2017, diversi astronomi, incluse personalità di spicco, si sono conviti che potesse essere una nave aliena. Ora, un altro gruppo di ricerca ha affermato di aver trovato un'altra spiegazione che con gli extraterrestri non ha nulla a che fare.

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L'oggetto battezzato 'Oumuamua ("esploratore" in hawaiano) ha sconcertato gli scienziati non appena è stato avvistato da un osservatorio alle Hawaii sei anni fa e, all'epoca, non aveva eguali nei cataloghi. Non assomigliava alle comete, che in genere viaggiano ai bordi del Sistema Solare: non aveva una coda, né una chioma. Aveva, però, una strana forma allungata simile a un sigaro mai osservata prima in comete o asteroidi. Il suo diametro era di circa 100 metri ma secondo alcune stime, era 10 volte più lungo che largo. E dal modo in cui rifletteva la luce, sembrava fosse in rotazione da un estremo all'altro. Ma il fatto più curioso è stato che, quando si è avvicinato al Sole per il perielio, ha accelerato e deviato dalla sua traiettoria prevista, spinto da una forza misteriosa in uscita dal Sistema Solare. Con questi dati contraddittori in mano, gli scienziati si sono affannati a trovare le possibili spiegazioni, fornendo anche soluzioni esotiche ma nessuna è mai riuscita a convincere veramente.


Propulsione a idrogeno

Il nuovo studio si basa sulla teoria che 'Oumuamua fosse in origine un oggetto ricco d'acqua. Durante i suoi viaggi interstellari è stato colpito da raggi cosmici penetranti che hanno convertito parte della sua acqua in idrogeno gassoso. rimasto intrappolato all'interno del corpo. Quando 'Oumuamua si è avvicinato al Sole, il calore ha rilasciato l'idrogeno intrappolato, agendo come un propulsore che lo ha spinto lungo una rotta inaspettata, ha spiegato Jennifer Bergner, esperta di astrochimica presso l'Università della California, Berkeley, coautrice del documento.

oumuamu idrogen

 

Sospetti

Anche se questa spiegazione è stata definita "semplice e fisicamente realistica" da alcuni, non tutti ne sono convinti.
Avi Loeb, un lodato fisico teorico che è stato la cattedra di astronomia più longeva all'Università di Harvard, è propenso nel ritenere che 'Oumuamua fosse una tecnologia aliena. Loeb ha respinto la nuova teoria, dicendo che affermare che una cometa senza coda "è come dire che un elefante è una zebra senza strisce". Per esempio, 2I/Borisov, il secondo visitatore interstellare noto avvistato nel 2019, sfoggiava una grande coda cometaria.

Roman Rafikov dell'Università di Cambridge in Gran Bretagna ha dimostrato che se il gas intrappolato avesse fatto da acceleratore per 'Oumuamua, l'oggetto avrebbe anche cambiato "drammaticamente" la velocità con cui ruotava, cosa che non è avvenuta. Rafikov si è detto "molto sospettoso" di tali teorie.

Di contro, Bergner ha suggerito che la ragione per cui 'Oumuamua non aveva una coda o una chioma era perché era molto più piccola di qualsiasi cometa osservata, inclusa 2I/Borisov.
Il dilemma potrebbe risolversi nei prossimi anni, quando entrerà in funzione il Rubin Observatory Legacy Survey of Space and Time in Cile, che dovrebbe iniziare il suo progetto di imaging nel 2025. Bergner ha affermato che se piccole comete mostrassero segni di rilascio di idrogeno intrappolato, senza mostrare né coda né chioma, ciò potrebbe aiutare a confermare la sua teoria.

Quando si tratta di idee che coinvolgono la vita extraterrestre, ha detto, "dipende da quale standard di prova è necessario per invocare gli alieni".
"Non sapremo mai con certezza cosa fosse 'Oumuamua: abbiamo perso la nostra occasione", ha detto. "Ma per ora, penso che qui abbiamo una spiegazione convincente non aliena".

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Letto: 1135 volta/e Ultima modifica Martedì, 28 Marzo 2023 06:25

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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