Le immagini, cucite insieme, generano una mappa del cielo che mostra la posizione e la luminosità di centinaia di milioni di oggetti. 18 di esse (la 19a e la 20a usciranno a marzo 2023) sono state utilizzate per ricreare il time-lapse.
Ogni mappa costituisce già un'importate risorsa per gli scienziati ma vederle in sequenza aiuta ancora di più la nostra comprensione dell'Universo: il confronto può rivelare oggetti distanti che hanno cambiato posizione o luminosità nel tempo.
"Se esci e guardi il cielo notturno, potrebbe sembrare che nulla cambi mai, ma non è così", ha affermato Amy Mainzer, ricercatrice principale per NEOWISE presso l'Università dell'Arizona. “Le stelle brillano ed esplodono. Gli asteroidi stanno sfrecciando. I buchi neri stanno facendo a pezzi le stelle. L'universo è un luogo molto occupato e attivo".
NEOWISE è un progetto nato dalla missione WISE, un osservatorio lanciato nel 2009 e incaricato di scansionare l'intero cielo per trovare e studiare oggetti al di fuori del nostro Sistema Solare. Il veicolo spaziale utilizzava rivelatori raffreddati criogenicamente sensibili alla luce infrarossa. La missione WISE si concluse nel 2011 dopo che il liquido di raffreddamento a bordo, necessario per alcune osservazioni a infrarossi, si esaurì ma il veicolo spaziale e alcuni strumenti erano ancora funzionanti. Quindi, nel 2013, la NASA lo ripropose per tracciare asteroidi e altri oggetti vicini alla Terra, o NEO (da qui il nome della nuova fase della missione). Tuttavia, ogni sei mesi, il telescopio a infrarossi ha continuato anche a scansionare il cielo e gli astronomi hanno utilizzato i dati per studiare oggetti al di fuori del nostro Sistema Solare. Queste osservazioni nell'arco di oltre un decennio, hanno permesso di mappare e studiare le nane brune, scoprire e monitorare le protostelle, migliorare la comprensione dei buchi neri.
"Non avremmo mai previsto che il veicolo spaziale avrebbe funzionato così a lungo, e non credo che avremmo potuto prevedere la scienza che saremmo stati in grado di fare con così tanti dati", ha affermato Peter Eisenhardt, astronomo del Jet Propulsion Laboratory della NASA e Scienziato del progetto WISE.