Scritto: Mercoledì, 15 Dicembre 2021 12:00 Ultima modifica: Mercoledì, 15 Dicembre 2021 12:11

Speleologia extraterrestre: un nuovo studio esplora pozzi e grotte lunari


I ricercatori della CU Boulder hanno esplorato come potrebbe essere l'ambiente all'interno dei pozzi e delle grotte lunari, molte delle quali sono troppo scure per essere viste chiaramente dall'orbita.

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Tre immagini di un buco sulla Luna, chiamato Marius Hills pit, scattate in momenti diversi del giorno lunare
Tre immagini di un buco sulla Luna, chiamato Marius Hills pit, scattate in momenti diversi del giorno lunare
Crediti: NASA/GSFC/Arizona State University

I risultati preliminari mostrano che in questi luoghi le condizioni ambientali sono notevolmente stabili, si legge nel comunicato. Non sembrano presentare gli sbalzi di temperatura estremi che, invece, sono tipici sulla superficie della Luna.
Lo studio sarà presentati in questi giorni all'American Geophysical Union (AGU) a New Orleans.

I futuri esploratori del nostro satellite potrebbero essere molto interessati a pozzi e caverne, ha spiegato Andrew Wilcoski, del Dipartimento di Scienze Astrofisiche e Planetarie della CU Boulder. Sono potenziali luoghi ideali per le colonie del futuro.
Le loro pareti e fessure sono naturalmente accoglienti e potrebbero proteggere gli esseri umani dalle pericolose radiazioni del Sole.
"Quando ti avvicini all'equatore, le temperature possono raggiungere più di 100 gradi Celsius durante il giorno in superficie e scendere a 170 gradi Celsius sotto lo zero durante la notte", ha detto Wilcoski. Alcuni scienziati si sono anche chiesto se questi luoghi sotterranei possano offrire quelle risorse in situ tanto ambite, come il ghiaccio d'acqua.


Questa simulazione mostra come le temperature potrebbero cambiare in un ipotetico pozzo sulla Luna, nel corso di un singolo giorno lunare.

 

Speleologia extraterrestre

Per esplorare il sottosuolo lunare, Wilcoski e lo scienziato planetario Paul Hayne hanno ricreato diverse simulazioni al computer.

Le scoperte iniziali lasciano perplessi: infatti, se da una parte gli ambienti stabili di fosse e grotte lunari potrebbero aiutare gli astronauti a superare alcune sfide estreme dell'ambiente selenico, dall'altra quelle stesse condizioni potrebbero non essere adatte per sostenere riserve d'acqua. "Se speriamo di mandare le persone in queste grotte nei decenni a venire, dobbiamo sapere cosa dobbiamo aspettarci laggiù", ha detto Wilcoski.

I ricercatori hanno sviluppato dei modelli per tracciare le temperature nelle ipotetiche fosse lunari e grotte di varie forme e dimensioni mentre il Sole sorge e tramonta sulla Luna.
Ciò che hanno scoperto indica che il modo in cui queste formazioni sono orientate è molto importante, soprattutto la direzione verso cui punta l'apertura.

Proprio come le grotte sulla Terra, le grotte sulla Luna sembrano sostenere ambienti relativamente miti. La maggior parte di quelle simulate dal team mostra temperature da -120 a -70 gradi Celsius per un intero giorno lunare, il che non è ideale per fare scorte di ghiaccio d'acqua sul nostro satellite. Precedenti ricerche hanno dimostrato che il ghiaccio d'acqua potrebbe essersi accumulato nel corso di miliardi di anni in alcuni siti sulla Luna che i ricercatori chiamano "trappole fredde" le cui temperature, però, viaggiano intorno ai -180 gradi Celsius. Quindi, forse, molte fosse e caverne lunari sono troppo calde per ospitare elementi preziosi.

"Una possibilità interessante sarebbe quella di stabilire una stazione base protetta all'interno di un pozzo lunare o di una grotta vicino a uno dei crateri polari contenenti ghiaccio d'acqua", ha detto Hayne. "Gli astronauti potrebbero quindi avventurarsi fuori quando le condizioni sono giuste per raccogliere terreno ricco di ghiaccio".

D'altra parte, nessuno sa quanti pozzi e caverne potrebbero nascondersi sulla Luna: uno studio del 2014 ne aveva individuati più di 200.

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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