Scritto: Venerdì, 23 Aprile 2021 15:00 Ultima modifica: Venerdì, 23 Aprile 2021 15:02

Il buco nero più piccolo e più vicino alla Terra


Lo hanno chiamato "The Unicorn" perché è stato trovato nella costellazione del Monoceros (Unicorno) ed è uno dei buchi neri più piccoli finora classificati ed il più vicino alla Terra.

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Il buco nero più piccolo e più vicino alla Terra
Crediti: Ohio State illustration by Lauren Fanfer

"Quando abbiamo esaminato i dati, questo buco nero - l'Unicorno - era appena saltato fuori", ha detto Tharindu Jayasinghe, dottorando in astronomia presso la Ohio State University e autore principale del documento pubblicato sulla rivista Monthly Notices della Royal Astronomical Society. Di buchi neri così piccoli finora ne sono stati identificati veramente pochi.

L'unicorno è solo circa tre volte la massa del nostro Sole, minuscolo per essere un buco nero.
Si trova a 1.500 anni luce dalla Terra, ancora all'interno della Via Lattea e, fino a quando Jayasinghe non ha iniziato ad analizzarlo, era essenzialmente nascosto in bella vista.

Il buco nero sembra essere legato gravitazionalmente ad una gigante rossa.
Ovviamente, gli astronomi non riescono ad osservarlo direttamente ma la sua compagna è ben documentata negli archivi del telescopio KELT, dell'ASAS (il precursore di ASAS-SN) e dai dati del satellite TESS della NASA ma finora, non erano mai stati studiati.

Quando Jayasinghe e colleghi hanno analizzato quei dati, hanno notato che qualcosa che non potevano vedere sembrava orbitare intorno alla gigante rossa, facendo sì che la luce di quella stella cambiasse di intensità e aspetto in vari punti attorno all'orbita. Qualcosa stava tirando la gigante rossa e cambiando la sua forma. La causa di quell'effetto mareale poteva essere un buco nero di piccola massa ma così piccola, che solo di recente questi oggetti sono stati presi in considerazione dagli astronomi. Ricadono in un rage che viene chiamato "mass gap.".
"Quando guardi in un modo diverso, che è quello che stiamo facendo, trovi cose diverse", ha detto Kris Stanek, coautore dello studio, professore di astronomia presso l'Ohio State e illustre studioso universitario. "Tharindu ha guardato questa cosa che tanti altri avevano guardato e invece di scartare la possibilità che potesse essere un buco nero, ha detto, 'Bene, e se potesse essere un buco nero?'"

"Proprio come la gravità della Luna distorce gli oceani terrestri, provocando il rigonfiamento dei mari verso e lontano da essa, producendo le maree, così il buco nero distorce la stella in una forma simile a un pallone da calcio con un asse più lungo dell'altro", ha detto Todd Thompson, altro autore della ricerca. "La spiegazione più semplice è che si tratta di un buco nero e, in questo caso, la spiegazione più semplice è quella più probabile". In base alla velocità della gigante rossa, al periodo dell'orbita e al modo in cui la forza di marea ha distorto la gigante rossa, gli scienziati hanno dedotto la massa del buco nero, concludendo che deve essere circa tre masse solari, o tre volte la massa del Sole.

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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