Le vicende legate al veterano telescopio spaziale HST e a quello che viene considerato il suo successore si susseguono e creano anche qualche preoccupazione.
Cominciamo da Hubble, che è andato in modalità "safe" domenica 7 marzo, in seguito al rilevamento di un errore software da parte del computer principale di bordo. Questa modalità provvisoria mette il telescopio in una configurazione stabile fino a quando non si riesca a comprendere il problema ed implementare una soluzione efficace. Nel giro di pochi giorni, il team operativo della missione, presso il Goddard Space Flight Center della NASA, ha identificato il baco in un aggiornamento recentemente caricato sul telescopio e rivolto a compensare meglio le fluttuazioni di uno dei suoi giroscopi. Questi dispositivi vengono utilizzati per controllare l'orientamento di Hubble quando deve ruotare ed agganciare nuovi bersagli; essi sono anche un "tallone d'Achille" per i veicoli spaziali, dato che sono tra i primi componenti a guastarsi essendo soggetti a notevole usura meccanica. Le indagini sull'incidente hanno stabilito che l'aggiornamento non aveva il permesso di scrivere in una posizione specifica nella memoria, il che ha causato un problema con il computer di volo principale e successivamente ha fatto entrare il veicolo spaziale in modalità provvisoria.
Il team ha corretto il software, disabilitando il potenziamento prima implementato; tuttavia, mentre iniziava il recupero, l'11 marzo, lo strumento WFC3 ha interrotto il processo a causa di una lettura di tensione di alimentazione leggermente inferiore al normale. L'analisi di questo nuovo "safe mode" ha mostrato che i livelli di tensione negli alimentatori WFC3 erano diminuiti lentamente nel tempo, con l'invecchiamento dell'elettronica. Quest'ultima sperimenta infatti temperature più fredde quando l'hardware viene spento in modalità provvisoria e questo fattore, unito alla potenza assorbita dai componenti dello strumento alla riaccensione, ha contribuito alla piccola fluttuazione di tensione che ha sospeso le operazioni di ripristino. Ulteriori analisi dettagliate, per fortuna, hanno indicato che sarebbe stato possibile riavviare in sicurezza lo strumento riducendo leggermente il limite di bassa tensione.
Il decadimento dell'orbita di HST nell'ultimo anno - fonte dati: celestrak.com / NORAD - processing: M. DI Lorenzo (DILO)
Il 13 marzo lo strumento è tornato online e, dopo una serie di calibrazioni standard e altre attività di pre-osservazione, le osservazioni stanno riprendendo. Un'ultima fonte di preoccupazione è derivata dalla mancata chiusura di un pannello situata nella parte superiore del telescopio, una protezione progettata per impedire alla luce e al calore del Sole di entrare nel telescopio danneggiandone gli strumenti. Questo sistema di sicurezza evita che Hubble punti accidentalmente nella direzione del sole a causa di un errore o di un problema hardware e, in più di 30 anni, il pannello non si era mai chiuso. Il team ha esaminato i dati di telemetria, eseguito vari test e verificato che il portello era effettivamente rimasto aperto nonostante i comandi inviati. Dato che il motore principale non riusciva a far muovere il portello, alla fine si è utilizzato con successo il motore di riserva che ora è impostato come motore primario; ancora una volta, la presenza di parti critiche ridondanti su un veicolo spaziale si è rivelata provvidenziale. Il team sta ora esaminando le opzioni per ridurre ulteriormente qualsiasi rischio associato.
Tornando per un attimo al discorso sui giroscopi, essi avevano già subito fenomeni di invecchiamento ed erano stati sostituiti nelle missioni di servizio con lo Shuttle; guardando al futuro, essi saranno anche la causa più probabile del "pensionamento" di Hubble, tra qualche anno. Il problema del decadimento dell'orbita, invece, è meno urgente come si vede dal grafico più in alto; il lievissimo frenamento atmosferico ha fatto abbassare la quota media del telescopio di soli 700 metri negli ultimi 12 mesi e, anche se negli ultimi 6 mesi il tasso di discesa è più che raddoppiato a causa della ripresa dell'attività solare, possiamo ragionevolmente aspettarci un abbassamento della quota limitato entro 30 km di qui al 2030; è quindi da escludere che ci sia un rientro in atmosfera nel decennio attuale o anche in quello successivo e bisognerà aspettare la metà del secolo.
Passiamo alle ultime sul telescopio James Webb, il cui lancio è previsto a fine Ottobre.
Febbraio ha segnato progressi significativi, con il completamento dei test funzionali dell'elettronica interna dell'osservatorio, con i quattro strumenti scientifici in grado di inviare e ricevere dati correttamente. Questi test hanno avuto luogo presso la Northrop Grumman, in collaborazione con lo Space Telescope Science Institute di Baltimora. Dopo aver esaminato a fondo i dati, il team ha confermato che l'osservatorio sopravvivrà sia meccanicamente che elettronicamente ai rigori del lancio.
Il test finale di alimentazione/comunicazione dei vari componenti elettrici del James Webb Space Telescope. - Crediti: NASA / Chris Gunn
Tra pochi mesi, completati gli ultimi test, il telescopio in configurazione di lancio verrà inviato via mare dagli USA al poligono di lancio di Kourou, per essere lanciato su un razzo europeo Ariane-5; ricordiamo infatti che, come già successo per il telescopio Hubble, l'Europa partecipa attivamente alla progettazione, costruzione e anche al lancio dello strumento. Tuttavia, è stato fatto presente che il trasporto potrebbe presentare un pericolo generalmente non considerato: un attacco da parte di pirati, attratti dall'enorme valore dello strumento!
In particolare il passaggio attraverso lo stretto di Panama, con un inevitabile rallentamento e la presenza di zone poco controllate, potrebbe presentare pericoli concreti. Le principali attrattive economiche del telescopio risiedono nel rivestimento d'oro degli specchi esagonali in berillio, ma anche il valore complessivo dello strumento, la cui costruzione è costata oltre 12 miliardi di dollari, potrebbe indurre a chiedere un sostanzioso riscatto. Al fine di ridurre i rischi, la NASA sta evitando di rendere pubblica la data esatta del viaggio, dichiarando semplicemente che avverrà nel corso dell'estate... forse, oltre a questa accortezza, sarebbe opportuno organizzare una scorta armata al James Webb Telescope, giusto per restare più tranquilli!