Aggiornamento del 5 gennaio: Betelgeuse continua ad indebolirsi. Il grafico seguente, che cerca di conciliare le misure visuali (in nero) con quelle fotometriche (in verde) dando maggior peso a queste ultime, testimonia il passaggio dalla magnitudine +0,91 alla +1,48 nel giro di 6 settimane (linea rossa tratteggiata). Questo corrisponde a una perdita di luminosità del 41%.
Andamento della magnitudine visuale negli ultimi 3 mesi; i pallini uniti dalla curva si riferiscono a una media delle misure visuali su scala temporale di 1,5 giorni - Credits: AAVSO.org - Processing: Marco Di Lorenzo
Nel tradizionale asterismo della costellazione, Orione è un gigante cacciatore nell'atto di brandire una clava e Betelgeuse (α Orionis) ne costituisce la "spalla" del braccio sollevato; è una delle stelle più luminose del cielo perché, normalmente, possiede una magnitudine +0,58 che la colloca al decimo posto in classifica. Tuttavia, da qualche settimana, questo non è più vero e, ultimamente, si stima una magnitudine visiva apparente di circa +1,3, dunque decisamente più debole della sua rivale Rigel, una gigante blu posta in posizione diametralmente opposta rispetto alle tre stelle centrali della cosiddetta "cintura" di Orione. Questo abbassamento di oltre 0,7 magnitudini implica che la stella si è dimezzata in luminosità nel giro di un paio di mesi, qualcosa di evidente anche ad una osservazione "distratta" fatta da un astrofilo non esperto.
La costellazione di Orione fotografata 4 giorni fa dalle isole Canarie, con una stima delle magnitudini visuali delle stelle principali - Credits: J.Hattenbach / himmelslichter.net
Tuttavia, il fenomeno non è affatto strano né inatteso. Betelgeuse è infatti una stella doppia spettroscopica, con un periodo di 2,08 anni, e il membro principale di questo sistema binario è una variabile semiregolare di tipo SRC. Si tratta di stelle supergiganti di tipo spettrale avanzato (M, C, S, o Me, Ce, Se), con cambiamenti di luminosità di circa 1 magnitudine e periodi che vanno da un mese fino a parecchi anni. Nel caso specifico, il periodo nominale è intorno ai 6 anni ma le oscillazioni non sono regolari e se ne vedono altre su scale temporali più brevi. In effetti, già l'immagine di apertura mostra un abbassamento di luminosità di quasi mezza magnitudine, avvenuto un anno fa; se andiamo a vedere l'andamento su un intervallo più ampio, come mostrato nei due grafici sottostanti, scopriamo che già nel 2008 e nel 2009 la luminosità era scesa a livelli simili a quelli attuali e, addirittura, nei primi giorni del 1985 ci si era avvicinati alla magnitudine +2, un indebolimento di oltre il 70%!
Andamento della magnitudine visuale negli ultimi 12 anni; la legenda è la stessa dell'immagine di apertura - Credits: AAVSO.org - Processing: Marco Di Lorenzo
Come sopra, ma su un intervallo temporale di 50 anni; stavolta la curva azzurra collega ed interpola le misure fotometriche, mentre in blu ci sono le magnitudini misurate, appunto, nella banda blu - Credits: AAVSO.org - Processing: Marco Di Lorenzo
Dunque questo "calo" non è straordinario, anche se appare più repentino e profondo del solito e, per ora, non accenna a fermarsi. A questa situazione deve avere sicuramente contribuito il fatto che, da almeno un paio di anni, la stella stava già lentamente perdendo luminosità e questa oscillazione sul lungo termine si è andata a sommare a quella a breve termine, che mostra una ciclicità approssimativamente annuale.
Soffermiamoci un attimo sul perché di queste oscillazioni e vediamo cosa ci si deve aspettare in futuro.
Betelgeuse è una stella di grande massa (da 15 a 20 volte quella del Sole) che ha abbandonato la sequenza principale dopo avere esaurito voracemente l'idrogeno contenuto nel suo nucleo in pochi milioni di anni. Le sue dimensioni sono enormi, comparabili con l'orbita di Giove, cosa che le ha consentito di essere la prima stella la cui superficie è stata "risolta" usando interferometri terrestri e anche il telescopio Hubble.
In alto a sinistra, immagine di Betelgeuse ripresa nell'ultravioletto da Hubble e messa a confronto con le dimensioni dell'orbita terrestre (cerchio nell'angolo in alto a sinistra); il cerchio tratteggiato indica invece le dimensioni della stella, con un diametro stimato in circa 1,3 miliardi di km. Le altre tre immagini sono fotogrammi da una simulazione su come dovrebbe apparire la superficie di Betelgeuse nel giro di 15 mesi. - Credit: Andrea Dupree (Harvard-Smithsonian CfA), Ronald Gilliland (STScI), NASA eESA - B. Freytag - Processing: Marco Di Lorenzo
Come si vede nella simulazione qui sopra, la rarefatta atmosfera di Betelgeuse è tutt'altro che sferica ed uniforme poiché viene squassata continuamente da violenti moti convettivi che sicuramente contribuiscono alle variazioni di luminosità. Prima o poi, con l'esaurirsi di tutto il combustibile, il nucleo supererà il limite di Chandrasekar collassando definitivamente e la stella concluderà la sua esistenza esplodendo in una Supernova di tipo II. Tutto questo probabilmente avverrà tra tra migliaia di anni ma, anche se dovesse accadere domani, non esiste un vero pericolo per la vita sulla Terra: data la distanza di circa 650 anni luce, infatti, i raggi ultravioletti e X non avrebbero una intensità sufficiente per distruggere lo strato protettivo di ozono. In compenso, per svariate settimane, l'astro rivaleggerà con la luminosità della Luna e sarà visibile anche di giorno!
Riferimenti
https://earthsky.org/space/betelgeuse-fainting-probably-not-about-to-explode
https://himmelslichter.net/betelgeuse-in-historischem-helligkeitsminimum/
https://spazio-tempo-luce-energia.it/il-disco-di-betelgeuse-27ae1291a09?