Airbus e Voyager hanno dichiarato il 9 novembre 2023 di aver firmato un memorandum d'intesa (MOU) con l'ESA durante il vertice spaziale europeo a livello ministeriale tenutosi a Siviglia, in Spagna, all'inizio della settimana scorsa.
Le due società e l'ESA studieranno inizialmente come la prevista stazione spaziale Starlab potrà essere utilizzata per garantire un accesso continuativo allo spazio per l'Europa dopo il ritiro della Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Tale utilizzo potrebbe includere missioni di astronauti dell'ESA su Starlab e l'uso della stazione per la ricerca supportata dall'ESA.
L'ESA potrebbe anche fornire il trasporto di merci ed equipaggio per Starlab, hanno aggiunto le società. L'agenzia sta avviando un'iniziativa sul trasporto commerciale, annunciata al vertice del 6 novembre, che mira ad avere un veicolo pronto per le missioni entro il 2028. Quel veicolo da carico potrebbe successivamente evolversi in un veicolo con equipaggio.
"L'ESA apprezza l'iniziativa dell'industria transatlantica per la stazione spaziale commerciale Starlab e il potenziale che la sua forte impronta europea comporta per significativi contributi industriali e istituzionali europei a e per l'uso di detta stazione," ha affermato il direttore generale dell'ESA Josef Aschbacher in una nota.
Sia gli sviluppatori di stazioni spaziali commerciali che i paesi partner della ISS stanno determinando il modo migliore per consentire a tali partner di utilizzare le stazioni commerciali dopo il ritiro della ISS, attualmente previsto per il 2030. L'attuale approccio tra i partner della ISS per i servizi di scambio non si estenderà ai servizi commerciali di queste nuove stazioni, che richiedono nuovi contratti o altre partnership.
"Questo accordo con l'ESA è fondamentale poiché continuiamo a promuovere la collaborazione internazionale nel settore spaziale e ci muoviamo verso il successo della Stazione Spaziale Internazionale con Starlab," ha affermato nella dichiarazione Matthew Kuta, presidente di Voygaer Space. “Siamo ansiosi di lavorare con Airbus ed ESA per estendere la presenza dell’Europa nello spazio e garantire che rimangano leader nella nuova generazione di esplorazione spaziale commerciale”.
Nella foto, da sinistra Jean Marc Nasr (Capo di Space Systems, Airbus), Josef Aschbacher (Direttore Generale dell'ESA), e Matthew Kuta (Presidente di Voyager Space). Credito: Voyager Space.
Voyager aveva già fatto un passo avanti verso l’accesso all’Europa annunciando in agosto una joint venture con Airbus per sviluppare Starlab. Il coinvolgimento di Airbus aiuta non solo lo sviluppo tecnico di Starlab, disse all'epoca Kuta, ma anche il suo sviluppo commerciale. "Abbiamo ottimi rapporti con l'ESA, ma chiaramente Airbus ha rapporti molto migliori," ha aggiunto.
"La nostra collaborazione su questa stazione spaziale di prossima generazione si basa su una partnership lunga e di successo tra ESA e Airbus nello sviluppo e nella gestione di un'ampia gamma di veicoli spaziali con e senza equipaggio," ha affermato in una nota Mike Schoellhorn, amministratore delegato di Airbus Defense and Space.
Oltre alla joint venture con Airbus, Voyager Space ha annunciato in ottobre una partnership con Northrop Grumman, che aveva sviluppato una propria stazione spaziale commerciale. Northrop offrirà una versione del suo veicolo spaziale cargo Cygnus in grado di attraccare autonomamente a Starlab, insieme ad altri potenziali contributi.
Decisioni importanti
Durante il summit i ministri europei dell'ESA hanno anche preso alcune decisioni per il futuro nei settori della sostenibilità, dell’accesso allo spazio e dell’autonomia nell’esplorazione spaziale.
Joseph Aschbacher ha illustrato in particolare uno dei punti principali discussi a Siviglia sull'accesso allo spazio. “È un tema molto difficile per l’Europa perché non abbiamo ancora raggiunto l’indipendenza in materia di lanciatori. Per questo, siamo concordi sulla necessità di portare prima possibile Ariane 6 in rampa di lancio. Gli ultimi test svolti a settembre e ottobre sono stati un successo. Abbiamo un altro importante test alla fine di novembre e, se tutto andrà come previsto, saremo in grado di annunciare una data di lancio per Ariane 6. Massima priorità anche al ritorno al volo di Vega C”.
L’esigenza di riacquisire un’autonomia di accesso allo spazio attraverso adeguati investimenti sugli attuali vettori Ariane e Vega è stato uno dei punti principali del Summit. Una strategia ampiamente sostenuta anche da Francia, Italia e Germania, che hanno firmato anche un’intesa trilaterale riguardo l’accesso autonomo allo spazio e le strategie comuni dei Paesi nel settore.
E a proposito di autonomia: anche per quanto riguarda l’esplorazione spaziale del futuro, Aschbacher ha affermato l’importanza di una strategia europea mirata.
“Abbiamo deciso di finanziare lo sviluppo di un nuovo veicolo cargo, che volerà verso la ISS entro il 2028. Al momento come Europa non abbiamo questa possibilità, ma anche qui puntiamo a raggiungere al più presto l’autonomia”.
Nell'illustrazione artistica il veicolo cargo 'Argo' presentato dalla compagnia tedesca RFA. Credito: Rocket Factory Augsburg.
Nel rispondere alle domande dei giornalisti, Aschbacher ha detto che l’Esa ha già stanziato 75 milioni da allocare nella fase 1 del progetto. “Prevediamo altre fasi di finanziamento. E in futuro, se gli Stati membri continueranno ad appoggiare il progetto, questa navetta cargo potrebbe evolvere in un veicolo europeo per il trasporto umano nello spazio”.
Diversi veicoli in progetto
Lo scorso anno ArianeGroup ha presentato il progetto di uno stadio superiore riutilizzabile per Ariane 6 chiamato 'SUSIE' che, inizialmente in versione cargo potrebbe evolvere in versione abitata. Anche la start-up franco-tedesca The Exploration Company ha presentato una capsula, 'Nyx' per il trasporto cargo in orbita bassa terrestre.
Infine la compagnia tedesca Rocket Factory Augsburg (RFA), in collaborazione con Atmos Space Cargo e Sener hanno offerto il veicolo cargo Argo. Sono quindi tre le società che si contenderanno il un possibile contratto ESA per la fornitura di servizi in orbita terrestre, inizialmente per la ISS ed in seguito per le stazioni commerciali.
Insomma, si spera che finalmente l'Europa sia sulla strada giusta per dotarsi di un sistema autonomo di accesso e di un luogo orbitale indipendente per i propri astronauti, come richiesto anche da loro stessi lo scorso anno. Ovviamente, tutto questo senza togliere la collaborazione internazionale che, speriamo, possa essere sempre più allargata ad un maggior numero di Paesi.