Come si ricorderà, lo scorso 21 luglio una serie di comandi inviati alla sonda Voyager-2 ha inavvertitamente causato un assetto errato della sonda, con il risultato che l'antenna ad alto guadagno (parabola di circa 4,5 m di diametro) non puntava più dritta verso il nostro pianeta in una direzione differente di circa 2°. Questo, nel disappunto generale, ha causando di fatto la perdita di contatti con la sonda e, anche se probabilmente il blackout era temporaneo e limitato ad una durata di tre mesi (dopo i quali Voyager-2avrebbe ristabilito autonomamente il giusto assetto), esso avrebbe rischiato di fare perdere preziose informazioni sullo spazio interstellare. In particolare, Voyager-2 è capace di misurare le proprietà del plasma e del campo magnetico locale, misure che il compagno Voyager-1 non è pin grado di effettuare da tempo per problemi tecnici. Ma al JPL non ci si è arresi e si è disperatamente cercato di porre un rapido rimedio.
Quattro giorni fa, un primo spiraglio si è aperto con la rilevazione del debole segnale inviato dalla sonda. Di fatto, la NASA aveva utilizzato il suo sistema di antenne per comunicazioni nello spazio profondo (il Deep Space Network) per rilevare un "lobo secondario" di emissione dell'antenna, fuori dall'asse del fascio primario che non "illuminava" la Terra. Già in quella occasione si anticipò l'intenzione di inviare un forte segnale da Terra, che potesse venire comunque intercettato dalla sonda impartendole il comando di riallinearsi correttamente. L'idea era quella di inviare un segnale particolarmente potente, un sorta di "grido" che potesse essere rilevato e interpretato dalla sonda e che impartisse il comando di aggiustare il suo assetto.
Ebbene, ieri è giunta l'ottima notizia del successo in quella che sembrava una operazione quasi disperata! Dopo l'invio del "grido" tramite la grande antenna di Canberra in Australia e trascorse 37 ore (questo il gigantesco lasso di tempo necessario al segnale radio per raggiungere la sonda e poi ornare indietro), alle 6:29 italiane di ieri il network DSN ha ricominciato ad ricevere dati di telemetria che confermano la ricezione del comando e il buon funzionamento della sonda. Tuttavia, per ora non è chiaro se e quando il corretto assetto dell'antenna verrà ristabilito. L'uso dell'antenna australiano si rende necessario perchè la posizione apparente della sonda del cielo è e rimarrà spiccatamente australe, con una declinazione vicina ai 60° sud.
Ricordiamo che le due sonde Voyager sono state lanciate 46 anni fa e stanno entrambe continuando a trasmettere; pertanto, attualmente la loro vita operativa è equamente distribuita tra i due millenni! Compiuta gloriosamente la missione per la quale erano state costruite, l'esplorazione "Grand Tour" dei pianeti giganti, lo scopo venne mutato nello studio dei confini del sistema solare e dello spazio interstellare, una impresa ancora più ambiziosa e mai tentata prima. Attualmente Voyager-2 dista esattamente 20 miliardi di km dal Sole, ovvero 134,0 unità astronomiche (distanza che aumenta di 3,2 UA ogni anno). tra 3 anni, si prevede che entrambe le sonde non avranno più energia sufficiente dal generatore al Plutonio per poter funzionare e trasmettere dati a Terra.