Scritto: Giovedì, 09 Giugno 2022 04:46 Ultima modifica: Giovedì, 09 Giugno 2022 06:25

Approvata la costruzione del Comet Interceptor dell'ESA


La missione, che visiterà una cometa incontaminata o un altro oggetto interstellare, è stata approvata questa settimana.

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Rappresentazione artistica di ‘Oumuamua.
Rappresentazione artistica di ‘Oumuamua.
Crediti: ESA/Hubble, NASA, ESO, M. Kornmesser

La sonda condividerà il viaggio con ARIEL (Atmospheric Remote-Sensing Infrared Exoplanet Large-survey) nel 2029, il telescopio spaziale che cercherà esopianeti.
La missione ha due importanti predecessori: Giotto e Rosetta, le due missioni dell'ESA che hanno visitato entrambe comete di breve periodo. Tuttavia, queste ultime avevano già orbitato attorno al Sole diverse volte quando le abbiamo studiate, il Comet Interceptor, invece, mira a raggiungere un corpo incontaminato, ossia un oggetto che ha trascorso poco tempo nel Sistema Solare interno o lo sta visitando addirittura per la prima volta. In pratica, mentre l'obiettivo di Rosetta, la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko, proveniva dalla rocciosa Fascia di Kuiper appena oltre Nettuno, quello del Comet Interceptor potrebbe provenire dalla vasta Nube di Oort, oltre mille volte più lontano dal Sole. Oppure, se saremo fotunati, potrebbe essere addirittura un oggetto interstellare come "Oumuamua che ha sorvolato inaspettatamente il Sole nel 2017.

La missione sarà guidata dall'ESA con il supporto dell'Agenzia spaziale giapponese (JAXA).

Comet Interceptor sarà composto da un veicolo spaziale principale e due sonde, che circonderanno la cometa per osservarla da più angolazioni.
L'ESA è responsabile del veicolo spaziale principale e di una delle sonde, mentre JAXA è responsabile della seconda sonda.

Comet Interceptor è stato proposto all'ESA nel luglio 2018 e selezionato nel giugno 2019.
È un esempio di missione "veloce" o di classe F, che impiega solo circa otto anni dalla selezione al lancio. Queste missioni più piccole pesano meno di 1000 kg.


Il viaggio

La missione dovrebbe essere lanciata insieme alla missione Ariel dell'ESA per lo studio degli esopianeti, nel 2029. Le due sonde viaggeranno insieme verso il punto di Lagrange L2, una posizione 1,5 milioni di km "dietro" la Terra vista dal Sole
In L2, Comet Interceptor resterà in attesa del bersaglio ideale. Una volta individuato partirà di nuovo e continuerà la sua missione.

Con i recenti progressi nei telescopi terrestri, le comete vengono ora generalmente scoperte più di un anno prima del loro perielio (o massimo avvicinamento al Sole). Questo è ancora un preavviso troppo breve per pianificare, costruire e lanciare una missione spaziale dedicata dalla Terra, ma è abbastanza perché la sonda possa raggiungerla partendo da L2.

I tre elementi di volo, il veicolo spaziale principale e due sonde più piccole, che compongono Comet Interceptor saranno dotati ciascuno di diversi strumenti high-tech che aiuteranno gli scienziati a scoprire di più sulla natura dinamica di una cometa incontaminata.

Location of Lagrangian point L2 pillars

Crediti: ESA/Hubble, NASA, ESO, M. Kornmesser


Gli obiettivi

Comet Interceptor avrà l'obiettivo di caratterizzare per la prima volta in assoluto la composizione della superficie, la forma e la struttura di una cometa incontaminata e studiare la composizione della sua chioma di gas e polvere.
"Come con la maggior parte delle missioni dell'ESA, Comet Interceptor motiverà la collaborazione tra diverse aziende, istituti e paesi e accelererà lo sviluppo di tecnologie innovative che potrebbero avere applicazioni completamente diverse in futuro", ha dichiarato nel comunicato Nicola Rando, project manager di Comet Interceptor dell'ESA.

"Una cometa nella sua prima orbita attorno al Sole conterrebbe materiale non elaborato dall'alba del Sistema Solare", ha spiegato Michael Küppers, scienziato dell'ESA comet Interceptor. "Studiare un tale oggetto e campionare questo materiale ci aiuterà a capire non solo di più sulle comete, ma anche su come si è formato e si è evoluto il Sistema Solare nel tempo".

Comet Interceptor si andrà anche ad aggiungere agli sforzi di difesa planetaria dell'ESA.
"Conosciamo quasi 120 comete e più di 29.000 asteroidi che si avvicinano alla Terra nella loro orbita attorno al Sole. Studiando questi oggetti, non solo scopriamo i segreti del Sistema Solare ma diventiamo anche più attrezzati per proteggere il nostro pianeta se e quando ne verrà scoperto uno in rotta di collisione", scrive l'agenzia.

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Letto: 461 volta/e Ultima modifica Giovedì, 09 Giugno 2022 06:25

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Elisabetta Bonora

Nella vita lavorativa mi occupo di web, marketing e comunicazione, digital marketing. Nel tempo libero sono un'incontenibile space enthusiast e mamma di Sofia Vega.
Mi occupo di divulgazione scientifica, attraverso questo web, collaborazioni con riviste del settore e l'image processing delle foto provenienti dalle missioni robotiche. Appassionata di astronomia, spazio, fisica e tecnologia, affascinata fin da bambina dal passato e dal futuro. Nel 2019 è uscito il mio primo libro "Con la Cassini-Huygens nel sistema di Saturno" (segui su LinkedIn le mie attività professionali).
Amo le missioni robotiche inviate nel nostro Sistema Solare "per esplorare nuovi mondi, alla ricerca di nuove forme di vita, per arrivare là dove nessuno è mai giunto prima!" ...Ovviamente, è chiaro, sono una fan di Star Trek!

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