Nel giro di poco meno di 48 ore si sono avuti due nuovi lanci dei principali concorrenti sul piano delle costellazioni di satelliti per internet. Iniziamo trasferendoci nel nord della Russia, e seguiamo il lancio della missione Starsem ST32 di un razzo Sojuz 2.1b/Fregat M per Arianespace. La costellazione di satelliti a banda larga OneWeb ha superato il 200esimo veicolo in orbita dopo che il 28 maggio Arianespace ha lanciato con successo il suo ultimo lotto di satelliti. Arianespace ha lanciato 36 satelliti con il razzo Sojuz-2.1b alle 2:38 locali (le 19:38 italiane) dal cosmodromo di Vostochny, in Russia, portando la flotta di OneWeb ad un totale di 218 satelliti in orbita. La missione era inizialmente prevista per il 27 maggio, ma Arianespace l'ha ritardata per sostituire "un elemento di equipaggiamento elettrico sul lanciatore Sojuz" nel sito di lancio, aggiungendo che il razzo e i satelliti erano in condizioni stabili e sicure. I satelliti sono decollati senza problemi circa 24 ore dopo, prendendo di mira un'orbita quasi polare a un'altitudine iniziale di 450 chilometri. La missione Starsem ST32, lunga 3 ore e 51 minuti, ha posizionato i satelliti, da 147,5 kg ognuno, su orbite di 450 km x 87,4 gradi. In seguito essi si eleveranno nelle orbite operative di 1.200 km di quota. La massa totale del carico utile dispiegato era di 5.310 kg. Il sistema di distribuzione del carico utile ha aggiunto altri 500 kg di massa non utilizzata. La prima accensione dello stadio superiore Fregat ha posizionato lo stadio e il carico utile su una traiettoria di trasferimento in orbita bassa terrestre. La sua seconda accensione, iniziata all'apogeo, ha circolarizzato l'orbita. I satelliti, distribuiti in nove gruppi, l'ultimo rilasciato a T+3 ore 51 minuti, separati da accensioni del Fregat ACS. Dopo il rilascio di tutti i satelliti il Fregat ha eseguito un'accensione ACS di abbassamento dell'orbita circa 4 ore 50 minuti dopo il lancio. Si è trattato del settimo lancio di OneWeb e il quarto da quando la società è uscita dal fallimento del 2020. Le ultime quattro missioni OneWeb sono state lanciate da Vostochny. La variante Soyuz 2.1b con lo stadio superiore Fregat ha lanciato tutte le missioni OneWeb a partire dal primo lancio operativo nel febbraio 2020. Si tratta della settima missione di lancio per OneWeb, con sede nel Regno Unito, che prevede di gestire 648 satelliti, in totale, per la copertura di connettività globale. Tuttavia, sarà necessario solo un altro lancio di 36 satelliti, previsto per giugno, per raggiungere l'obiettivo provvisorio di espandere la copertura a nord dei 50 gradi di latitudine. Ciò consentirebbe di iniziare a offrire servizi nel Regno Unito, nel Nord Europa, in Groenlandia, in Islanda, in Alaska, in Canada e nei mari artici entro la fine dell'anno.

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Nella foto i 36 satelliti della missione OneWeb F7 inseriti nel dispenser, prima della chiusura dell'ogiva protettiva. Credit: Starsem/Arianespace.

 "Siamo entusiasti che il nostro ultimo lotto di satelliti sia ora destinato all'orbita," ha detto Chris McLaughlin, a capo degli affari normativi e impegno di OneWeb, in una dichiarazione inviata via email a SpaceNews. “Ogni volta che abbiamo un decollo si tratta di un momento speciale per OneWeb e tutto il nostro team di partner. Ogni lancio ci avvicina di un passo alla costruzione della flotta che presto ci consentirà di portare la connettività al di sopra del 50esimo parallelo e, successivamente, al mondo intero”. Una volta implementata, la costellazione OneWeb consentirà ai terminali utente una copertura 3G, LTE, 5G e Wi-Fi, fornendo accesso ad alta velocità a livello globale, via aerea, marittima e terrestre. OneWeb è recentemente diventato il centro di una lotta tra l'operatore satellitare francese Eutelsat e la Commissione europea. Eutelsat vuole acquistare il 24% di OneWeb, ma ha anche un contratto, nell'ambito di un consorzio, per studiare una nuova costellazione di banda larga satellitare per l'Unione europea. Il commissario UE Thierry Breton, il cui portafoglio comprende lo spazio, ha suggerito, in una dichiarazione del 24 maggio con i giornalisti, che potrebbe esserci un conflitto di interessi a causa della "concorrenza diretta" tra i due progetti. La portavoce di Eutelsat, Marie-Sophie Ecuer, ha detto a SpaceNews che non vede un conflitto di interessi perché i due progetti hanno obiettivi diversi e la rete sovrana europea è molto più lontana dal lancio. Ecuer ha affermato che OneWeb, di proprietà del governo britannico, si rivolge ai requisiti aziendali e militari, mentre il progetto europeo mira a indirizzare le istituzioni europee e gli obiettivi del governo. OneWeb non ha commentato la questione.

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Nella foto il decollo del razzo Falcon 9 per la missione Starlink 28. Credit: SpaceX.

 Ma ora attraversiamo l'Atlantico dove, il 26 maggio, appena due giorni prima, un razzo Falcon 9 di SpaceX aveva compiuto la missione Starlink 28. Si tratta della costellazione internet concorrente di OneWeb. Ma, a differenza della costellazione europea, quella di Elon Musk ha già in orbita 1574 satelliti funzionanti, prima del lancio del 26 maggio. Con questi 60 satelliti si può dire completato il primo guscio di satelliti Starlink. I più recenti 60 satelliti Starlink di SpaceX, dal peso complessivo di 15,6 tonnellate, sono decollati alle 2:59 p.m. EDT (le 20:59 italiane) di mercoledì dalla rampa 40 della Cape Canaveral Space Force Station, in Florida. Un razzo Falcon 9, alto 70 metri, è decollato dalla rampa di lancio sotto la spinta dei nove motori principali Merlin 1D. Il computer principale del razzo ha guidato il veicolo di lancio verso nord-est da Cape Canaveral in un cielo prevalentemente soleggiato, iniziando il 16esimo lancio Falcon 9 della SpaceX nel 2021. Dopo aver superato la velocità del suono, il Falcon 9 ha spento i suoi nove motori principali circa due minuti e mezzo dopo il decollo. Pochi istanti dopo, il booster cilindrico si è sganciato per iniziare una discesa controllata verso la nave drone OCISLY (Of Course I Still Love You) di SpaceX piazzata a largo nell'Oceano Atlantico. Il primo stadio è atterrato regolarmente sulla nave di recupero a circa otto minuti e mezzo dall'inizio della missione. La missione di mercoledì ha utilizzato un booster dall'inventario di SpaceX per il suo secondo lancio. Il booster, designato B1063, aveva infatti già lanciato il satellite oceanografico Sentinel-6 Michael Freilich a novembre dalla base aerea di Vandenberg in California. Anche le due semi-ogive protettive del carico utile provenivano da missioni precedenti ed erano state recuperate in mare per essere riutilizzate in questo nuovo volo. Mentre i componenti del razzo scendevano verso l'Atlantico, il secondo stadio del razzo Falcon 9 ha completato due accensioni del motore per posizionare i 60 satelliti Starlink in un'orbita a circa 290 chilometri sopra la Terra. I satelliti, per completare la missione, si sono separati dal razzo circa 64 minuti dopo il decollo. Si è trattato del 119esimo lancio consecutivo per la famiglia di razzi Falcon di SpaceX, il 100esimo volo consecutivo di successo per il razzo Falcon 9. E poi non dimentichiamo l'83esimo atterraggio di un primo stadio orbitale! Nel corso dei prossimi mesi i 60 satelliti Starlink, ciascuno del peso di circa 260 chilogrammi, apriranno i pannelli solari e accenderanno i propulsori ionici, alimentati da gas krypton, per guidarsi nella rete Starlink operativa a un'altitudine di 548 km.

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Nell'immagine il primo stadio dell razzo Falcon 9 appena atterrato sulla chiatta oceanica. Credit: SpaceX.

 Tredici delle 16 missioni di dispiegamento di satelliti da parte di SpaceX quest'anno sono state principalmente dedicate al lancio dei veicoli spaziali Starlink, ma l'attenzione dell'azienda si sposterà a giugno su missioni per clienti esterni, quando sono previsti almeno quattro lanci di Falcon 9 dalla costa spaziale della Florida. Infatti, la prossima missione SpaceX è prevista per il 3 giugno, giovedì prossimo, quando un nuovissimo razzo Falcon 9 e una capsula Dragon Cargo partiranno dal pad 39A del Kennedy Space Center della NASA. La missione non pilotata trasporterà diverse tonnellate di carico alla Stazione Spaziale Internazionale (ISS), comprese due nuove paia di pannelli solari per aumentare la potenza del sistema elettrico del laboratorio di ricerca. Più tardi nel mese, un razzo Falcon 9 lancerà il satellite di trasmissione radio SXM 8 per SiriusXM. Anche un razzo Falcon 9 dovrebbe decollare da Cape Canaveral il 17 giugno con il prossimo satellite di navigazione GPS della US Space Force. Infine, la SpaceX prevede di chiudere il mese di giugno con la missione Transporter 2, il secondo lancio di Falcon 9 condiviso dell'azienda che trasporterà in orbita numerosi piccoli satelliti per diversi clienti statunitensi e internazionali. Chiudo questo lungo articolo con una polemica innescata da Stephane Israel, capo di Arianespace, uno dei principali concorrenti di SpaceX per l'invio di satelliti nello spazio. Israel ha dichiarato, durante una conferenza sponsorizzata dall'ONU e tenutasi recentemente a Ginevra, sugli obiettivi di uno sviluppo sostenibile dello spazio, che: “degli oltre 9.000 satelliti piazzati in orbita fin dal 1957, la SpaceX ne ha già rilasciati 1.677 per Starlink, il che significa che oggi, di tutti i satelliti operativi, il 35% provengono da un solo uomo – Elon Musk. E se includiamo solo quelli di oltre 50 kg, questa percentuale supera il 50%”.” La minaccia di un numero così alto di veicoli spaziali in orbita, da parte di un solo monopolio, mette a rischio, sempre secondo Israel, la sostenibilità stessa delle orbite con scenari catastrofici. Le parole di accusa nei confronti di SpaceX, e soprattutto del suo capo Musk, da parte del responsabile di Arianespace, una joint venture fra Airbus e la multinazionale francese Safran, paiono soprattutto uno sfogo per un mercato che, da quando la compagnia californiana è entrata nel gioco, ha visto sempre più assottigliarsi i clienti delle aziende concorrenti. Ricordiamo che il mercato globale dei lanciatori ha avuto un valore, stimato da Fortune Business Insight, di almeno 13 miliardi di dollari nel 2019 con possibilità di arrivare a 26 miliardi nel 2027. E' chiaro che i concorrenti di SpaceX non sono certo felici di vedersi assottigliare il mercato fin qui guadagnato. Ma, sono convinto, lo stimolo di SpaceX e la sua 'rivoluzione' in questo campo non potranno che fare bene a tutto il settore. Se, grazie alle tecnologie innovative messe in campo, anche i concorrenti si adegueranno questo non potrà che avere effetti positivi, e anche più sostenibili, per tutta l'astronautica.