Stazione Mé0 Francia

Credit: Jean-Marie Torre, Côte d’Azur Observatory

Gli scienziati hanno rimbalzato con successo un fascio laser sul vecchio Lunokhod 1, il rover dell'Unione Sovietica che ha passeggiato sul suolo lunare più di quattro decenni fa.

Il Lunokhod 1 è stato il primo rover costruito dall'uomo che ha raggiunto un altro mondo al di fuori della Terra: partì alla volta della Luna a bordo del vettore Luna 17, atterrando nel Mare Imbrium il 17 novembre 1970.

Tra i vari strumenti, il rover russo aveva a bordo uno specchio catarifrangente che poteva esser colpito con un laser dalla Terra.

Il robot rimase attivo per 322 giorni terrestri ma ogni tentativo di contattarlo dopo la notte del 14 settembre 1971, fallì, apparentemente a causa di un guasto ad un componente.

Utilizzando la stazione laser Grasse (MéO) a Calern, Francia, Jean-Marie Torre e i colleghi del Côte d'Azur Observatory hanno cercato di centrare il Lunokhod 1 e nel mese di marzo, ecco un segnale di ritorno.

I risultati sono stati ottenuti con tre notti di lavoro, utilizzando una nuova configurazione strumentale della stazione MéO.

Chi lavora nel campo ha sempre ritenuto il rover russo un obiettivo quasi impossibile.

Colpire il Lunokhod 1 ha sempre presentato una serie di difficoltà storiche: il riflettore poteva essere polveroso, oppure il rover poteva essere in una posizione sfavorevole.

Lunokhod 1

Credit: NASA

Quella del Lunokhod 1 non è l'unica matrice catarifrangente presente sulla Luna, altre sono state posizionate dagli equipaggi dell'Apollo 11 nel 1969 e dall'Apollo 14 e 15.

In realtà, il team stava scandagliando il sito dell'Apollo 15 quando Torre suggerì di cercare il Lunokhod 1.

La posizione finale del rover al termine della missione è stata incerta fino al 2010 ma grazie alle immagini scattate dalla sonda della NASA Lunar Reconnaissance Orbiter (LRO), sono stati avvistati sia il Luna 17 che il lander Lunokhod 1.

Lunokhod 1 ripreso dalla sonda LRO

Credit: NASA

Il Lunokhod 1 si è fermato nella sua ultima tappa a circa 2,3 chilometri a nord del luogo di atterraggio.

Il successo dello scorso mese da parte della stazione di Grasse non è stato il primo laser sparato verso il "perduto" rover sovietico: nell'aprile 2010, specialisti dell'Apache Point Observatory Lunar Laser (APOLLO), dal sud del New Mexico, utilizzarono le immagini di LRO per individuarlo e ci andarono abbastanza vicino.

Questi laser usano impulsi brevi e ricevitori ottici per misurare quanto tempo ci impiega la luce a viaggiare dalla Terra al pannello catarifrangente sulla Luna e a tornare a Terra: solo due secondi e mezzo.

Poiché i riflettori sulla luna sono relativamente piccoli e il raggio laser perde naturalmente la sua intensità con la distanza, solo una piccola frazione del segnale torna indietro ma le informazioni ottenute sono sufficienti a migliorare il calcolo dei movimenti della Terra e della Luna come la velocità di rotazione, la variazione assiale e la deviazione orbitale (tenendo conto, ovviamente, dell'influenza di altri corpi celesti come il Sole).