I primi risultati della missione sono stati discussi a Berkeley, in California, dal 19 al 21 giugno.

Nell'alta atmosfera di Marte, gli atomi, ionizzati dalla radiazione del Sole e dello spazio, risentono delle forze magnetiche ed elettriche del vento solare, il flusso sottile di gas elettricamente carico che viaggia a circa 1,6 milioni di chilometri all'ora, emesso dall'alta atmosfera del Sole. Il vento solare, insieme con l'attività della nostra stella, come i brillamenti e le espulsioni di massa coronali (CME), spogliano l'atmosfera superiore di Marte rendendola più sottile nel tempo. L'obiettivo di MAVEN è quello di determinare i meccanismi più importanti che guidano questa perdita atmosferica e stimare la velocità con cui avviene il processo.

"MAVEN sta osservando un pennacchio polare di particelle atmosferiche in fuga", ha detto Bruce Jakosky dell'Università del Colorado, ricercatore principale. "La quantità di materiale che esce da questo percorso, potrebbe giocare un ruolo importante nella perdita dei gas nello spazio".

"Quando tracciamo le traiettorie delle particelle nei modelli, il pennacchio sembra un po' come una moicana", ha aggiunto David Brain sempre dell'Università del Colorado.

MAVEN ha anche rilevato una longeva carica elettrica nell'alta atmosfera composta da ioni metallici (ferro e magnesio), provenienti dai detriti che vagano per il Sistema Solare, come la polvere delle comete e dei meteoriti. Il materiale in ingresso viene riscaldato e brucia in atmosfera, ionizzando.

"MAVEN aveva già rilevato un livello di ioni metallici associato alla coda di polveri della cometa Siding Spring lo scorso ottobre", ha detto Jakosky.
"Quando la sonda ha fatto la sua prima campagna di immersione nel mese di febbraio, abbassando il punto più vicino dell'orbita a circa 125 chilometri di altitudine, abbiamo immediatamente rilevato ioni metallici ancora bloccati nell'atmosfera. Ma non c'era nessun incontro con comete in quel momento, per cui questo deve essere il livello normalmente presente".

La sonda ha anche osservato le "luci del Pianeta Rosso" causate dall'attività solare.
I CME lanciano nello spazio tonnellate di materiale a milioni di chilometri all'ora e, dato che Marte non possiede un campo magnetico globale come la Terra, le particelle impattano direttamente sull'alta atmosfera del pianeta generando esplosioni aurorali diffuse. Sulla Terra, proprio per il nostro campo magnetico, l'effetto è invece concentrato sulle regioni polari.

MAVEN ha avuto la fortuna di osservare le aurore marziane poco prima di Natale 2014, fenomeni che potrebbero influenzare anche la perdita atmosferica.

Ora, il team sta continuando a mappare le particelle in fuga: "quello che stiamo imparando sulla variabilità dei tassi di fuga, ci permetterà di stimare come questo dato è cambiato nel corso della storia del Sistema Solare", ha detto Brain.

MAVEN, lanciata verso Marte il 18 novembre 2013 per scoprire i segreti atmosferici del Pianeta Rosso, grazie ai successi scientifici raggiunti, si è guadagnata la prima proroga e, per ora, la missione è stata estesa fino a novembre 2016.