Oggi è forse l'alba di una nuova era nell'esplorazione spaziale americana, grazie al lancio della capsula Orion.
Precedentemente chiamato Crew Exploration Vehicle, è un veicolo spaziale per il volo umano che faceva parte del programma della NASA Constellation, cancellato nel 2010. Dopo il pensionamento dello Space Shuttle nel 2011, donerà nuovamente agli Stati Uniti, insieme alle compagnie private, completa indipendenza nell'esplorazione spaziale. Permetterà di raggiungere la Stazione Spaziale, la superficie lunare o un asteroide e, in futuro, anche la superficie di Marte. Orion sarà quindi la prima capsula che, dopo 40 anni, porterà nuovamente gli americani oltre la bassa orbita terrestre.
Credit: NASA/Elisabetta Bonora
L'Orion Crew and Service Module (CMS) è costituito da due componenti principali: un modulo dell'equipaggio (Crew Module - CM) a forma di cono, che può ospitare fino a sei astronauti, e un Modulo di servizio (Service Module - SM) contenente il sistema di propulsione e i rifornimenti di bordo, progettati sullo stile del modulo di comando e servizio del Programma Apollo. Anche se la versione usata oggi per il Service Module era un "mock-up" costruito in USA, nella versione definitiva questo componente verrà fornito direttamente dall'ESA che, come co-proprietario della ISS, contribuirà in questo modo al mantenimento delle operazioni sulla stazione spaziale e beneficerà di questo veicolo per inviare i propri astronauti su di essa.
Utilizzerà un lanciatore ancora in costruzione il Space Launch System (SLS) sviluppato in collaborazione tra Nasa e United Launch Alliance il cui volo è previsto per la fine del 2018. Per ora, Orion sta sfruttando il razzo United Launch Alliance (ULA) Delta IV Heavy, il più grande disponibile ad oggi negli Stati Uniti, alto circa 70 metri. Questa prima missione di qualifica ha avuto una durata di quattro ore e mezza durante le quali, Orion ha raggiunto una quota di 5.800 chilometri (circa 15 volte l'altezza a cui orbita la Stazione Spaziale Internazionale), oltre la Fascia di Van Allen. Nessun essere umano si è avventurato così lontano da Terra negli ultimi 40 anni. In un paio di giri intorno al nostro pianeta gli strumenti misureranno la quantità di radiazioni per accertare la sicurezza del modulo dell'equipaggio.
Il test ha anche lo scopo di mettere a punto i sistemi di lancio e rientro in atmosfera a 32 mila km/h (velocità che porterà la capsula a raggiungere temperature di oltre 2200°C), prima dell'apertura dei paracaduti e dell'ammaraggio nell'Oceano Pacifico.
Credit: NASA/Elisabetta Bonora
Ieri si sarebbe dovuto svolgere il primo flight test, la giornata di ieri però, è stata caratterizzata da diversi problemi ed diversi countdown, una volta bloccati per una nave troppo vicino alla costa, svariate volte a causa dei forti venti a terra vicino al pad e in un ultimo a causa di un problema ad una valvola del serbatoio a idrogeno.
#OrionLaunch Cycling the fill and drain valves has shown that core booster valve for the hydrogen tank isn't showing as it should for launch
— Elisabetta Bonora (@EliBonora) 4 Dicembre 2014
Nothing for today: launch has been scrubbed. Team is resetting for a launch tomorrow. #OrionLaunch
— Elisabetta Bonora (@EliBonora) 4 Dicembre 2014
L'ultimo tentativo è stato fatto proprio a ridosso della finestra di lancio, chiusa alle 14:44 ora italiana.
Stamattina, a due ore dal lancio (quando sulla rampa era ancora buio, vedi immagini in basso), le condizioni meteo apparivano proibitive a causa di forti venti e precipitazioni ("red-condition" ovvero "No-Go") ma, successivamente, il maltempo si è spostato verso Sud e le condizioni a mezz'ora ora dal lancio erano "Green".
Vista della rampa di lancio con le nubi. https://twitter.com/mw5868
Alla fine, alle 7.05 am (ora locale) e alle 13.05 ora italiana, Orion è partito alle prime luci dell'alba, Il lancio è stato spettacolare e tutto è andato liscio, come testimoniano le immagini seguenti catturate dalla diretta NASA-TV:
Altri punti di vista (notare la "cintura di Orione" formata dai tre ugelli allineati):
L'ascensione ripresa dalla telecamera di bordo (notare l'ombra dei gas di scarico sulla destra!):
Lo spettacolare sganciamento dei boosters dal primo stadio e dei "firings" (pannelli protettivi) attorno alla capsula:
Ultimi aggiornamenti:
Alle ore 15.15 Orion sta facendo il suo primo passaggio all'interno delle fasce di Van Allen.
Alle 15.45 il passaggio attraverso le fasce è avvenuto senza problemi e Orion, ormai giunta quasi all'apogeo sopra l'oceano Indiano, ha fatto questa spettacolare ripresa della Terra da oltre 4000 km di altezza (10 volte l'altezza della ISS):
Ore 16.10: raggiunta la massima altezza, comincia la discesa verso le fasce di Van Allen e poi il tuffo nel Pacifico, previsto per le 17.30:
Alle 16.29 è giunta la conferma del distacco del modulo CM che adesso viaggia solitario e manovra perfettamente...
Alle 17.20 Orion ha raggiunto il massimo picco di decelerazione in atmosfera (3g); queste le ultime immagini trasmesse prima del breve blackout durante il rientro:
Ore 17:31: missione compiuta, Orion è ammarata perfettamente nell'oceano.
Un ringraziamento a Elisabetta Bonora co-autrice di questo articolo.