Lo ha scritto un suo portavoce mercolesì 7 settembre (si veda l'allegato in fondo all'articolo). La risposta (e l'ammissione) è arrivata dopo una richiesta tramite il Freedom of Information Act (FOIA) dal sito The Black Vault, il 28 aprile 2020. La stessa organizzazione che in precedenza ha condiviso migliaia di pagine di documenti relativi agli UFO ricevuti tramite richieste FOIA alla CIA e ad altre agenzie governative.
Più di due anni dopo, la US Navy ha risposto con una lettera che ha confermato l'esistenza di più video UAP e ha negato la richiesta di condivisione in nome della sicurezza nazionale.
"Il rilascio di queste informazioni danneggerà la sicurezza nazionale in quanto potrebbe fornire agli avversari informazioni preziose sulle operazioni, le vulnerabilità e/o le capacità del Dipartimento della Difesa/Marina", ha scritto Gregory Cason, vicedirettore dell'ufficio FOIA della Marina, in una lettera di risposta. "Nessuna parte dei video può essere desecretata per il rilascio". Cason ha aggiunto che la Marina è stata in grado di declassificare i tre famosi video UAP rilasciati nell'aprile 2020 solo perché questi filmati erano stati precedentemente divulgati ai media ed erano già stati "discussi ampiamente nel pubblico dominio".

Comunque, nella sua risposta alla richiesta di The Black Vault, la Marina non ha fatto alcun tentativo di nascondere l'esistenza di ulteriori video UAP.
Ci sono chiaramente più video di inspiegabili incontri con UFO o UAP negli archivi militari ma quanti e cosa rappresentino a quanto pare dovrà rimanere un mistero.

A maggio 2022, il DOD ha tenuto la sua prima audizione pubblica sugli UFO dagli anni '60. L'udienza ha discusso principalmente un rapporto del Pentagono del giugno 2021 che ha rivelato che i piloti della Marina degli Stati Uniti avevano segnalato 144 avvistamenti UAP dal 2004.

Avi Loeb

Crediti: Matt Checkowski/Galileo Project archive

 

Il Progetto Galileo compie un anno e guarda avanti

Mentre sul fronte militare, per ora, non verranno rilasciate altre informazioni, il fenomeno viene affrontato da altri gruppi di ricerca. La NASA ha annunciato che avvierà uno studio indipendente, mentre il  Progetto Galileo, guidato dall'astrofisico di Harvard Avi Loeb, ha compiuto un anno e ha reso noto lo stato dei lavori. I membri del team dell'iniziativa hanno tenuto una conferenza di tre giorni i primi di agosto, presso l'Harvard College Observatory di Cambridge. Il Progetto prevede la creazione di una rete globale di telescopi, fotocamere e computer di medie dimensioni per indagare gli oggetti volanti non identificati e portare la ricerca di firme tecnologiche di civiltà extraterrestri "da osservazioni e leggende accidentali o aneddotiche alla corrente principale della ricerca scientifica trasparente, convalidata e sistematica".

"Il nostro obiettivo strategico per il prossimo anno", ha detto Loeb, "è quello di far funzionare la nostra suite completa di strumenti, filmando l'intero cielo in radio, infrarossi e luce visibile e audio". Loeb ha affermato che il flusso di dati sarà inserito in uno speciale sistema informatico che identificherà gli oggetti rilevati all'interno di quel flusso di informazioni. "Speriamo di ottenere nuovi dati di alta qualità dove sono stati segnalati gli UAP e di rendere i nostri dati aperti dopo aver pubblicato i risultati su riviste sottoposte a revisione paritaria", ha affermato Loeb. "L'obiettivo è realizzare tutto ciò entro un anno, prima della nostra prossima conferenza".

"Il modo migliore per comprendere meglio questi fenomeni è cercare prove migliori da strumenti all'avanguardia e seguire il metodo scientifico che implica un'analisi trasparente e agnostica degli open data", ha affermato Loeb. "La consapevolezza che anche un singolo oggetto potrebbe aver avuto origine da una civiltà tecnologica extraterrestre sarebbe fondamentale per le domande e gli interessi più alti dell'umanità".

La chiave per valutare gli UAP è che i sensori e i dati risultanti identifichino caratteristiche che non possono essere duplicate da oggetti creati dall'uomo, ha affermato Robert Powell, membro del comitato esecutivo della Scientific Coalition for UAP Studies. Per cui, uno dei prossimi passi dovrebbero essere la  "caratterizzazione certa di velocità e accelerazioni che non possono essere prodotte da oggetti di fabbricazione umana". Inoltre, è necessario risolvere il problema della selezione del sito per l'istallazione delle apparecchiature di monitoraggio, cioè la scelta di aree con una "maggiore probabilità di avvistamenti UAP". 

Altri rami di attività per il progetto Galileo riguardano la progettazione di una missione spaziale che identificherà la natura di oggetti interstellari che non assomigliano a comete o asteroidi, come 'Oumuamua, un intruso interstellare che ha sorvolato la Terra nell'ottobre 2017. All'ordine del giorno c'è anche il coordinamento di spedizioni per studiare la natura delle meteore interstellari. Una spedizione oceanica è allo studio per recuperare frammenti della prima grande meteora interstellare, CNEOS 2014-01-08, dal fondo dell'oceano vicino a Papua Nuova Guinea.