Lena Okajima, astronomo, sta realizzando il bizzarro progetto con la sua azienda, ALE: l'idea è quella di lanciare in orbita un micro satellitare in grado di rilasciare stelle cadenti al momento giusto e al posto giusto.
Secondo il team, dal gradevole spettacolo si potrebbe trarre anche un certo beneficio scientifico perché le meteore artificiali potrebbero aiutare a comprendere meglio l'atmosfera terrestre.

La squadra si sta ora coordinando con diverse università giapponesi per sviluppare il satellite, un cubo da 50 centimetri che orbiterà a 400-500 chilometri di quota, in grado di espellere decine di "palline meteoriche" di pochi centimetri di diametro. Queste sfere, la cui formula chimica è un segreto (e speriamo non inquini! N.d.R.), viaggeranno nell'atmosfera a circa 7/8 chilometri al secondo fino a diventare incandescenti, una velocità in realtà molto più bassa rispetto a quella raggiunta dalle vere meteore che possono sfrecciare anche a 80 chilometri al secondo. Il giusto mix chimico dovrebbe garantire poi una certa varietà cromatica, mentre ogni stella cadente brillerà giusto per alcuni secondi.

E si organizzasse un grande evento e fosse nuvolo?
Niente paura, dice Okajima, i lanci possono essere programmati anche con 100 minuti di anticipo, per cui ci sarebbe tutto il tempo di spostarsi un po' più in là, dove il cielo è sereno.

Quasi quasi.... per il prossimo compleanno... mmm sì ma quanto mi costa?
Certo, non sarà a buon mercato: ogni stella cadente costerebbe circa un milione di yen (8.000 euro) che, moltiplicati per decine di meteore... (forse dovrò rinunciarci!)

D'altra parte, il progetto è piuttosto dispendioso perché il satellite resterebbe in orbita solo pochi mesi prima di rientrare in atmosfera e bruciare in un tripudio di effetti speciali. Ma non c'è alternativa, spiega Okajima, perché le meteore dovranno bruciare a 60 chilometri di altezza, troppo in alto per i palloni sonda e troppo in basso per i veicoli spaziali.

"Crediamo che ci siano persone disposte a mettere da parte i soldi per sostenere una prima mondiale dell'evento, che sarebbe significativo anche da un punto di vista scientifico", ha dichiarato Okajima.